WINDFAERER - Alma

Avantgarde
Che gran bel disco questo, un disco pieno di emozione. Il ritorno discografico di questa band fondata da Michael Gonçalves, ne avevo ascoltato un pezzettino tramite il singolo pubblicato dalla loro odierna casa discografica; l’appassionata e grande Avantgarde music del sempiterno Roberto Mammarella. Ma ascoltando la globalità di questa tavolozza emotiva; si viene avvolti da calde folate di sapori lontani, epici e con melanconia. L’opener e singolo, “Dawn of phantom light” viene introdotta da un tappeto di tastiere e violino con grande apertura black e note melanconiche sempre in atto. I blast beats sono corposi come i riff di chitarra, grande accelerazione di taglio epicheggiante, screaming alto; il violino è lo strumento principe che con i cambi di tempo degli strumenti da colore alle note; c’è anche un intermezzo lento pesante con riffing scuri e un solo molto free di chitarra. “Becoming” viene introdotta da un’apertura quasi orchestrale, malinconica con un blast beats che s’innestano nel tessuto musicale generato da chitarre e violino. Brano che sa di epicità selvaggia, con riffing serrati, il violino che fa la melodia portante e lo screaming evocativo e iroso. I tempi sono inframezzati da blast beats e le melodie sono di taglio epicheggiante; c’è anche una parte semiacustica melanconica molto bella con aperture epiche e orchestrazioni col violino sempre in primo piano prima di riprendere con una sfuriata black metal. “Rite of emptiness” è un brano dal taglio melanconico; inizia con un mid tempo e riffing umbratili e crepuscolari. Poi deflagra in tempi tellurici con riffing di taglio epico e il violino che mena le danze; ci sono partiture in blast beats e cambi di tempo che danno pathos emotivo. Un brano di altissima caratura e pathos; come saper bilanciare momenti epici a riffing di taglio black con aperture melanconiche e crepuscolari. “Under the sign of sol” è un brano tempestoso a livello emozionale; aperture black metal di taglio epicheggiante con blast beats frammisto a cavalcate, riffing intensi e il violino che ricama. La sostanza estrema è ben presente, lo screaming è selvaggio e iroso; ma il brano sa dare anche aperture melodiche di stampo più epico e classico, il finale è emozionale con parti arpeggiate e coda epica in blast beats. Grande album, magnifico; semplicemente magnifico; tanta emozione, passione e fierezza, la melanconia e l’ira estrema vengono bilanciate da una forte epicità e orgoglio; da avere!  

Voto: 8.5/10  

Matteo ”Thrasher80”Mapelli