FRANCESCO MARRAS, "A otto anni sono rimasto folgorato dagli Iron Maiden"


Sei appena uscito sul mercato discografico con un nuovo album in studio, puoi presentarlo ai nostri lettori?

Il mio nuovo disco solista strumentale si intitola “Time Flies”, contiene 12 brani strumentali che spaziano dall’hard rock al metal, passando per il progressive, il funky rock, il rock blues. In ogni traccia ci sono dei musicisti ospiti diversi tra cui Anna Portalupi, Alessandro Del Vecchio, Mattia Stancioiu, Kevin Plutta, Daniel Flores, Jason Rullo, Nicola Mazzucconi, Edo Sala, Pier Piras, Andrea Pinna, Marco Garrucciu, Ernesto Ghezzi. Il formato fisico è stampato in cd digipack ed è disponibile dal mio sito www.francescomarras.com , in formato digitale invece sui principali siti di distribuzione musicale come iTunes, Spotify, Amazon mp3, Google Play, Bandcamp.


Come si è districata la tua formazione da musicista?

Ho scoperto la musica a 8 anni quando sono rimasto folgorato dagli Iron Maiden, a 11 anni ho iniziato a suonare la chitarra, contemporaneamente sia classica che elettrica, ho studiato al conservatorio e in privato con diversi insegnanti di chitarra moderna. Ma il vero salto quantico è avvenuto quando ho iniziato a comporre musica con la mia band metal, gli Screaming Shadows, nel 1998.

Come hai scelto il titolo del disco?

Durante la realizzazione di questo disco ho portato avanti una specie di “tradizione”, il titolo delle songs veniva deciso dall’ospite principale. Daniel Flores ha scelto Time Flies come titolo per il brano in cui ha suonato, da li ho deciso di usare quel titolo anche per il disco. 

A cosa ti ispiri quando componi? Come nasce un tuo pezzo?

L’ispirazione può nascere in mille modi diversi, a volte sto facendo tutt’altro e mi viene in mente una melodia, un riff o un arrangiamento che poi elaboro in studio, a volte mentre sto improvvisando vedo che quello che sto facendo mi piace e ci lavoro su, oppure a volte forzo un po’ le cose e decido di scrivere un brano con un ritmo/mood particolare.


Quali sono gli elementi della tua musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del tuo nuovo album?

Con le mie canzoni vorrei trasmettere delle emozioni, degli stati d’animo, cerco di far cantare la mia chitarra e di arrivare alle persone. Creo melodie riconoscibili e memorizzabili, in questo modo la mia musica può piacere anche a chi è abituato ad ascoltare musica cantata. Il mio obbiettivo è comporre musica e questo è un disco eterogeneo che rispecchia tutto il mio bagaglio culturale musicale, non solo una dimostrazione tecnica.


Quale è il brano di questo nuovo disco al quale ti senti particolarmente legato sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

In un modo o nell’altro sono legato un po’ a tutti, per realizzare questo disco ci sono voluti 5 anni e quindi ogni pezzo mi ricorda un periodo diverso degli ultimi anni. I pezzi che comunque mi hanno dato di più, a livello di riscontro negli ascoltatori, sono Zion e Time Flies.


Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo sound?

Il mio modo di scrivere musica è sempre stato influenzato dagli Iron Maiden, Steve Harris per me è uno dei più grandi compositori di sempre. Il mio sound ed il mio stile sono influenzati da chitarristi che non ho ascoltato tantissimo, come ad esempio Steve Vai e Joe Satriani, mentre ho ascoltato e ammirato molto di più Yngwie Malmsteen, eppure il mio stile non ha niente a che fare con il suo. Altri chitarristi importanti per me sono stati Adrian Smith e Phil Collen, musicisti che scrivevano i soli, piuttosto che improvvisarli, sceglievano le note e cercavano di creare un discorso musicale che avesse un senso.

Quali sono le tue mosse future? Puoi anticiparci qualcosa?

Sicuramente la promozione del disco, recensioni, interviste, pubblicità. Poi sono sempre impegnato in studio, sia per i miei progetti che per gli altri, come turnista.

Come pensi di promuovere il tuo ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?  

Sto organizzando qualche data live per Dicembre, in Sardegna, ma ancora non posso anticipare niente.


Come giudichi la scena musicale italiana e quali problematiche riscontri come artista?

La scena musicale italiana è ricca di bravissimi musicisti, forse sono gli spazi ad essere un po’ pochi. In generale, culturalmente, non abbiamo avuto un passato ricco di hard rock, se in Inghilterra c’erano i Beatles e i Rolling Stones, poi i Led Zeppelin ed i Deep Purple, qui noi avevamo Lucio Battisti, massimo rispetto per lui e quello che ha scritto, ma ci ha lasciato in eredità una lunga serie di canzoni Pop, non di certo rock.

Internet ti ha danneggiato o ti ha dato una mano come musicista?

Direi sicuramente agevolato. Oggi sui social hai una bella esposizione e se ti impegni e ti muovi bene riesci ad ottenere dei buoni risultati.


Il genere che suoni quanto valorizza il tuo talento di musicista?

Ma non saprei, a volte noi musicisti siamo più concentrati a cercare di fare quello che ci piace, piuttosto che fare quello che ci viene bene e che valorizza il nostro modo di suonare. Direi che più che altro mi servirebbero delle occasioni per valorizzare il mio talento e per mostrare al mondo la mia musica. In ogni caso il mio disco solista è un buon biglietto da visita per mostrare cosa so fare come chitarrista e compositore, quanto posso essere versatile. 

C’è un musicista con il quale vorresti collaborare un giorno?

Ce ne sono tanti, troppi per menzionarli.

Siamo arrivati alla conclusione. Ti va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

Un saluto a tutti i lettori, passate sulla mia pagina facebook, sul mio canale you tube e su instagram e se vi piace la mia musica il mio disco è disponibile dal mio sito www.francescomarras.com 

Maurizio Mazzarella