DORO - Forever Warriors/Forever United

Nuclear Blast
Tredicesimo album per la "Metal Queen" tedesca per eccellenza? Doppio album? No, di più! A distanza di ben 6 anni dal precedente "Raise Your Fist", la platinata Doro ci prepara addirittura due albums confezionati assieme. Con due distinti titoli... e addirittura due distinte terzine di bonus tracks finali. Bene, pare che Dorina nostra non sia proprio riuscita a rimanere con le mani in mano in tutti questi anni. E soprattutto, almeno da come viene ritratta sull'ennesima copertina, caratterizzata dal consueto artwork "realistico/fantasy" che contraddistingue ormai tutte le sue uscite discografiche fin dall'ultimo album con gli Warlock, parrebbe che l'età non esista per lei, neppure in quanto a fascino e bellezza. Beh insomma forse esagero. Ma, in fondo, chi tra quelli che seguono il Metal dagli '80 in poi, non è mai rimasto colpito dal fascino di una delle pochissime Metal Singers appartenenti al gentil sesso che sono assurte allo stardom internazionale... restando sulle scene per un periodo particolarmente longevo? Io non sono certo da meno. Bene, ed ora, mettiamo da parte le premesse "materialistiche" che ogni maschietto cova in sè... e parliamo di musica. L'energia del Rock/Metal è sempre presente in questi due albums gemelli. Supportata da una produzione perfetta. E seppur non avevo molto gradito la svolta sfacciatamente "Nu-Metal" di "Fight", perlomeno qui abbiamo un ottimo equilibrio tra "classicismo" e influenze moderne. Davvero. Ma direi, visto che i dischi sono due, di dividere giustamente in due anche la recensione. E allora, si dia inizio alle danze.

Forever Warriors

L'album si presenta bene fin dall'inizio, con un massiccio anthem "a-la Doro" come "All For Metal". Ed al suo interno possiamo trovare tutto il più o meno vasto assortimento di stilemi che fan parte da sempre del repertorio della nostra bionda singer. Dai ritmi veloci e serrati della potente "Bastardos" alle puntate verso il Metal più moderno degli anni '90 della song "If I Can't Have You - No One Will" (in cui la nostra duetta addirittura con Johan Hegg degli Amon Amarth e il suo bestiale growl!!!) fino alle due sentite ballad "Soldier Of Metal" (ottimi gli arrangiamenti orchestrali) e "Love's Gone to Hell". Doro è anche interprete, non dimentichiamolo, e da il suo meglio espressivo nel classico degli Whitesnake "Don't Break My Heart Again", il quale anche a livello strumentale è ricalcato ottimamente sull'originale, con quei begli arrangiamenti tastieristici Hard di una volta... la parte più "scatenatamente rockandrolleggiate" dell'album è affidata a brani come "Turn It Up", "Blood, Sweat And Rock 'n' Roll"... ed all'interessante esperimento di "Backstage To Heaven", dove ospite è il popolare comico e polistrumentista Jazz tedesco Helge Schneider, qui autore di un incisivo e ben amalgamato assolo di sax. Per una ragione o per un'altra un po' tutte le tracce presenti sul disco sono accattivanti. Perfino tra le bonus tracks si trovano cose come "Black Ballad", dove la voce della nostra singer è accompagnata esclusivamente da un quartetto d'archi per quasi tutto il brano... e la finale, toccante semi-acustica "Bring My Hero Back Home Again", dedicata ai soldati morti o dispersi in guerra.

Forever United

Similare qualità troviamo pressappoco sull'altro disco, in cui però le tracce vengono organizzate più o meno alternate tra brani pesanti e ballads. E' il caso dell'anthem "Résistance" iniziale (Doro canta il titolo in francese, e pare davvero di vederla mentre fa la condottiera della Rivoluzione Francese: un'immagine epica!) e della seguente ballad "Lift Me Up", forse un po' stereotipata ma... salvata dalla grande interpretazione della nostra. "Heartbroken" è un brano che sa di AOR, ben riuscito anche per l'ospitata alla chitarra di Doug Aldrich, autore di un solo davvero molto ben fatto. Tra le tracce più incisive abbiamo "Living Life To The Fullest", potente ed accattivante pur basata sul ritmo di 3/4 moderato tipico del Blues. Bella! Tra le "interpretazioni" abbiamo anche la semi-ballad "Lost In The Ozone" dei Motörhead, mentre tra le bonus c'é... l'altra. "Caruso" di Lucio Dalla. Sì, avete ben capito. A quanto pare una canzone così epocale, dedicata al grande tenore italiano Enrico Caruso, non poteva passare inosservata, e fa capire cos'abbia influenzato il canto Metal più raffinato ed epico (ricordate Eric Adams alle prese con "Nessun Dorma", vero?): i più famosi tenori italici. C'é da essere orgogliosi di esser nati nel Bel Paese, per questo motivo, ma... anche se la performance vocale di Doro è piuttosto buona, forse sarebbe stato meglio correggere quella erre aspra nella pronuncia, che mi fa dannare l'anima.

Conclusione

Francamente ignoro il perché di questa operazione. Due albums in uno. Ma, dato che dall'album precedente, come detto, sono passati ben 6 anni, dato che la produzione è buona, dato che tutti gli stilemi tipici della nostra sono presenti sempre in pompa magna ben spalmati lungo tutti questi due dischi, dato che la voce della nostra amata Doro è forse più attempata... ma in parecchi registri ha acquisito espressività con il passare degli anni... e dato che è Doro è Doro e la sua consueta classe non si discute... per tutti questi motivi, in votazione complessiva raggiungiamo un bell'8 su 10. Media tra i due dischi.
8/10

Alessio Secondini Morelli