BLACK HOLE - Evil In The Dark

Andromeda Relix
Come ho già detto sulla recensione dell'ultimo Tony Tears, sono un patito del Dark Metal underground italico degli anni '80. Ed anche questi Black Hole fanno parte di quel "misterioso" movimento. Da una loro costola (il chitarrista e il batterista presenti sul primo album "Land Of Mystery") nacquero più tardi i discreti Epitaph. Il fatto è questo: i Black Hole, progetto musical/occulto nato per volere del leader e cantante/bassista/tastierista Robert Measles/Roberto Morbioli, sono diventati negli ultimi decenni oggetto di un piccolo mito dell'underground più "oscuro" (in tutti i sensi), proprio per il culto che si creò attorno al primo LP "Land Of Mystery" del 1985, concentrato di Dark & Doom sabbathiano con una certa atmosfera occulto-orrorifica, largo uso di parti organistiche simil-liturgiche ed una resa sonora un po' "nebbiosa" ma... qualitativamente, devo dire, abbastanza discreto. Dopo le prime limitate tirature in vinile nero e in vinile porpora, negli anni a venire "Land..." ha beneficiato di diverse ristampe (Black Widow, Andromeda Relics, High Roller), e ciò ha alimentato il piccolo "culto" retrospettivo sui Black Hole. Molti anni dopo, Roberto ha poi deciso di rendere pubbliche delle registrazioni demo del 1990, approssimative, minimali, basate su una scarna drum machine e poco altro, quasi totalmente prive di sostanza compositiva, nella forma dell'album "Living Mask", pubblicato nel 2000 da Andromeda Relics e ristampato più recentemente da Jolly Roger Records. Già lì, dopo aver ascoltato il materiale in questione, mi chiesi "ma perché...". Ed ora, sempre per Andromeda Relics (intanto diventata Andromeda Relix), ecco che Robert mette a disposizione altre registrazioni d'annata, finora rimaste nel cassetto, per la pubblicazionie di un nuovo album. Pare che il materiale contenuto su "Evil In The Dark", tutto chiaramente in formato demo, risalga al 1992. Risultato? Tecnicamente... pessimo. Mi spiace essere sincero, non voglio fare il dissacratore a tutti i costi del mito che si è creato da tempo attorno al fenomeno Black Hole (e comunque, anche volendo, sono sicuro che non lo scalfirei neppure minimamente). Ma purtroppo, devo fare il mio sincero quanto scomodo lavoro di recensore. E per rispetto di chi legge la mia recensione, devo dire che ascoltare tutto questo disco dall'inizio alla fine è stata una vera e propria tortura! Si può sintetizzare tutto nel seguente modo: un'orribile chitarra ottenuta con un processore MIDI economico e una batteria altrettanto elettronica e basilare continuano a rincorrersi... sfasando continuamente di tempo, e rendendomi l'ascolto estremamente irritante, anche grazie a parti vocali riverberate, lontane ed incomprensibili (seppur molti brani sono solo basic tracks senza parti vocali, devo dire per fortuna), con in più alcuni elementari e prolissi intermezzi tastieristico/organistici in stile colonna sonora horror B-movie... e comprendenti voci narranti "sataniche" altrettanto da B-movies. Il disco è tutto così. Insomma... non è che voglio soprassedere al fatto che siano delle incisioni demo di materiale d'epoca, questo è chiaro, ma qui si tratta semplicemente di provini eseguiti solo con un'elettronica MIDI di base in maniera quasi random. L'ascolto non viene di certo favorito, così come la comprensione delle composizioni. Voglio dire (rivolgendomi tanto al leader dei Black Hole quanto ai tipi dell'Andromeda Relix), vi pare questo il modo di "perpetuare" il ricordo di una delle prime Hoccult Metal bands italiane? Una delle cose migliori da fare in questo caso, almeno secondo me, sarebbe stato render più fruibile le composizioni in esame ai potenziali ascoltatori odierni alla ricerca di "reliquie" del passato, in modo che fosse perlomeno "ascoltabile". Ad esempio, reincidendo tutto di nuovo con una certa cognizione musicale di fondo (paradossalmente, gli stessi Epitaph hanno fatto esattamente così con il loro album "Crawling Out Of The Crypt" uscito pochi anni orsono per la High Roller Records). Invece, queste registrazioni sono state prese com'erano e schiaffate su disco, apparentemente senza neppure ascoltarle. E mi dispiace, perché anche se l'ascolto è ostico, si intravedono dal mucchio alcune composizioni che potrebbero non esser male (sempre basate su un sound Metal d'atmosfera Darkeggiante con abbondanza di parti organistiche). Spiacente, ma a questo punto preferisco tenermi "Land Of Mystery", e limitare il culto dei Black Hole a quel disco. Naturalmente sono conscio che la mia è solo un'opinione, e se esistono ancora oggi, come ho sentito, tante persone che richiedono materiale inedito dei Black Hole... fate vobis. 

Voto: 4/10 

Alessio Secondini Morelli