SOJOURNER - The Shadowed Road

Avantgarde
Se siete appassionati lettori di letteratura fantasy, cavalleresca o seguaci della compagnia dell’anello tolkeniana questo disco fa per voi. Il ritorno di questa compagine che è in parte neozelandese e svedese, ma annovera anche nel suo organico due membri italiani, ovvero Emilio Crespo ( Nangilima) alle vocals e il batterista Riccardo Floridia( Atlas pain) fa al caso vostro. Questo è il secondo disco a due anni di esordio dell’eccellente “Empire of ash”, i nostri ritornano con 7 capitoli di grande epic metal dalle atmosfere celtiche. L’opener “Winter’s slumber” ci porta lontano con tocchi di piano e partiture epiche e possenti di chitarre e batteria; il flauto traverso di Chloe Bray anche chitarrista nel gruppo ci da quel quid celtico e epico, per poi arrivare l’accelerazione con riffing epici, e rallentamenti dal forte sapore epico e sognante in contrasto con i riffing aggressivi epic/black e le melodie armonizzate. Grande prova vocale del duo Crespo/Bray con screaming alti e arcigni e voce pulita femminili dolce.

“Titan” sembra trasportarci in saghe e tempi lontani con un arpeggio acustico madrigalesco, per poi riprendere la melodia con potenti riffing di chitarra e mid tempo di batteria, l’epicità non manca mai come le melodie di ampio respiro generate dalle chitarre, il growl è profondissimo. Le accelerazioni in cavalcata con il flauto traverso della Bray a fare la melodia portante di stampo celtico, aumentano la gradazione epica in bilanciamento dell’aggressività delle chitarre; chitarre che sanno armonizzare le melodie, e danno sostanza al brano di alto livello. “Ode to sovereign” introdotta da un tappeto di tastiere, viene incorporata da un solido riff epico richiamante i Bathory e doppiato dal flauto traverso e batteria in marcia per poi pestare con percussioni di batteria, cantato in screaming arcigno e riffing melodico; bravissimi nel bilanciamento delle due anime, con rallentamenti dal gusto melodico/epico e accelerazioni immediate, la Bray offre un largo contributo sognante e melodico con la parte vocale pulita in dualismo con l’aggressività maschile, un brano che molte power metal band sognerebbero di scrivere, pathos a mille. La titletrack sembra incantata, con un tappeto di synth e il cantato pulito femminile melodico e melanconico, per poi irrompere riffing potente e il growl arcigno con rullate di batteria e flauto; epicità pura, un brivido corre lungo la schiena. Un brano che sa ben evocare grandi atmosfere, brano potente, lento ma ricco di impatto emotivo e pathos generato dai musicisti; anche qui la batteria ha dei cambi di tempo fluidi e le chitarre danno riff corposi e melodici; la Bray è bravissima nel cantato sognante e emotivo come il singer maschile evoca la parte arcigna e aggressiva. Un disco eccellente, un album che farà la felicità di molti; guardate la splendida copertina, sembra un’illustrazione del Maestro Alan Lee, celebre illustratore delle saghe tolkeniane, e immergetevi in queste atmosfere epiche brandendo la spada, la battaglia è vicina! 

Voto: 9/10  

Matteo ”Thrasher80”Mapelli