ADIMIRON - Et Liber Eris

Indie
Un buon disco questo per i romani Adimiron. La buona produzione, pulita e precisa, e’ il punto di partenza per un genere che mischia il death con il progressivo, e questa cosa fa apprezzare ulteriormente il disco. All’interno del lavoro troviamo anche degli spunti di black metal, ma piu’ che di stile inteso come riffing, parlerei di toni sinistri e malvagi. Ulteriormente alla luce una band senza ombra di dubbio con forti capacita’, sia tecniche che compositive, infatti tutti gli strumentisti sono molto preparati. Autori in passato di ben altre tre produzioni, questo che recensiamo e’ il loro quarto album. Per gli amanti del genere ce n’e’ di tutti i colori, dal veloce al cadenzato, dagli arpeggi all’atmosfera cupa. All’interno del lavoro appare però un’ombra piu’ cupa delle altre, il disco ha un occhio di riguardo: si punta molto verso toni svedesi come punto di riferimento ben saldo, per non dire occhi incentrati sugli Opeth.

I clichè utilizzati da Mikael Akerfeldt e soci vengono riproposti a gran voce dal combo romano, anche se a volte il cantato risulta essere piu’ consone ad un disco degli americani Mastodon. Difficile quindi catalogare il disco senza prendere come esempio la band svedese, ma detto questo andiamo oltre, perche’ sarebbe limitativo per una band così valida una penalizzazione di punti. Riffing, assoli, arpeggi, intrecci di chitarre, Alessandro Castelli il master mind, non risparmia per nulla al fine di rendere vincente il disco in questione, con ottimi risultati. La band merita veramente, e il lavoro mira dritto al punto di arrivo, l’anima scura dei ragazzi e’ indiscussa, non c’e’ un momento di luce nel disco, che possiede un’anima buia intrinseca. Ritengo il disco interessante, anche per i progster di vedute più aperte, che troveranno pane per i loro denti. 

Voto: 6,5/10

Flavio Facchinetti