NECANDI HOMINES - Da'at

Vacula
Il quartetto black metal dei Necandi Homines, presenta la fatica discografica dopo una maturazione musicale che li ha portati a espandere il senso del black metal. Il disco consiste in 5 tracce, per poco meno di tre quarti d’ora, ma la musica proposta è intensa, inquietante e oscura; perché i nostri pur rimanendo per certi versi nel solco estremo hanno voluto sperimentare oltre dando ancora più tensione e atmosfera malvagia; l’opener “Memento” è quasi una litania, col doppio cantato maschile/femminile, un dualismo lirico quasi recitato su un tappeto sonoro. ”The faceless sculpture” è la calma prima della tempesta, un brano lento, angosciante, ricco di atmosfere tetre e oscure, il black metal qui viene elevato d’intensità maligna dove arrivano scariche elettriche, fatte di riff, batteria lenta, screaming e cori solenni; un’elegia nera, una celebrazione oscura.

”The fifth dimension” prosegue il viaggio con una brano lento, atmosferico, quasi “prog” ma anch’esso tinto di nero; i riff sono minimali, la batteria è un mid tempo lento e il basso lega il tutto; anche nel brano “Desolation of the oceans after the storm”, un brano lento, disperato pochi riff di chitarra freddi, malvagi e uno scream lacerato a rendere ancora più intenso un brano che termina in riverberi e tocchi di batteria; come se fosse un corpo che esala l’ultimo respiro, l’ultimo battito prima della distruzione;”Through deep waters” è quasi una sorta di suite, è il brano più lungo che ha squarci black metal con la voce in scream lacerante, atmosfera tetra ma con una melodia di fondo che si perde nell’abisso più scuro. Un disco stupendo nella sua brevità, un disco che è black metal nella accezione del termine più inquietante, perché è di farci sentire disorientati, senza alcuna redenzione, ma solo distruzione e buio, se questo era l’intento dei nostri, l’obbiettivo è stato centrato;grandi. 

Voto: 8/10  

Matteo ”thrasher80”Mapelli