SNAKECHARMER - Second Skin

Frontiers
Nel tempo sono state tantissime le band nate dalle ceneri di altre, ma è sempre difficile riconfermarsi come nuova band e a maggior ragione tornare credibili sul mercato musicale e per la critica. Tutto questo viene ampiamente sovvertito dagli ”Snakecharmer”, una band inglese nata nel 2011 da una splendida idea di Neil Murray e Micky Moody, entrambi componenti degli Whitesnake. Questi incredibili musicisti hanno fatto di più, il loro progetto iniziale prevedeva di rielaborare i pezzi della vecchia band, invece aggiungendo pregevoli pezzi si sono trasformati in un una meravigliosa realtà rock inglese incantando tutta Europa. Il loro album “Second Skin”, pubblicato nel 2017 mostra un maturo Melodic rock intriso in più aspetti dal sapore dei favolosi eighties, ma con numerose sfumature hard rock e soprattutto blues. L’elemento che più emerge ad ogni passo è la sensualità e la passione di un lavoro nato dalla simbiosi di un cantante capace di adattare la sua voce ad ogni singolo momento, parliamo di Chris Ousey, incredibile la sua versatilità, a volte aggressivo altre melodico, la chitarra del nuovo acquisto Simon Mcbride e la tastiera di Adam Wakeman. Gli assoli che scorrono lungo le 11 traccie ci catapulteranno in un lavoro eccezionale che ci riporta indietro in un rock’n roll vintage ma apparentemente moderno in ogni elemento. I musicisti di questo gruppo hanno militato in gruppi che hanno fatto la storia del rock come i Black Sabbath, i Thunder, la loro unione non poteva che portare ad un album a dir poco eccellente, in nessun aspetto commerciale ma solo tanta buona musica curata al dettaglio e qualitativamente superiore. Ora passiamo all’analisi dettagliata del platter, “Sounds like a plan”mette subito in mostra le qualità del dotato tastierista, entra subito nella testa grazie ad un ritornello che canterete in maniera immediata, la qualità non si arresta nemmeno per un secondo con l’arrivo di “That kind of love”, facilmente riconducibile alle precedenti riproduzioni, un’attenzione assoluta alle melodie, ma da sottolineare la venature blues che scorrono soavi; meraviglioso qui Mcbride viaggia all’unisono con la voce di Ousey creando il connubio perfetto fra sfumature blues e base prettamente hard rock. ”Are you ready”ispirato liberamente alla musica degli Ac/Dc ha un ascolto piacevole e soft, tutti i minuti scorrono senza impegno ma non per questo una composizione banale, anzi nella seconda parte la versatilità vocale del singer i chorus rendono tutto fin troppo apprezzabile. Pezzo che rispetta in ogni aspetto un classic hard rock di pregevole fattura “Follow me under”, ci delizia letteralmente e dove la seconda parte si fa molto più trascinante, chitarre ed energia scrivono la trama di un pezzo esclusivo che i veri rockers non potranno che ascoltare e riascoltare scoprendo nuovi interessanti spunti. L’intro è leggero per “I’ll take you as you are” ma la performance vocale fa aumentare notevolmente l’asticella della passione e del coinvolgimento, un brano sentimentale perfettamente eseguito; segue uno dei miei preferiti, si intravedono le tracce dei Led Zeppelin in “Hell of a way to live”soprattutto nel sound perché il resto è davvero originale, rimane sulla stessa melodia per tutto il pezzo cambiando leggermente la parte del ritornello con una voce da brividi negli alti. In tutta questa parte centrale l’opera sembra smorzare i toni con una classe ed uno stile tutto blues che si intravede anche in “Fade Away”,una ballad con la parte del botta e risposta fra cantante e chorus che rende il pezzo davvero pregevole all’ascolto, le voci come queste possono permettersi ogni genere e ogni sperimentazione. Ritorniamo sulle onde più dirty con “Dress it up”, puramente rock, da ascoltare quando si ha bisogno di carica senza impegno; le due voci eccezionali di Ousay e Martin eseguono con classe “Punching Above me weight”, la parte finale appare troppo breve poiché intrisa di grande bellezza.

Non è un album di facile ascolto se è vero che ci sono bravi da acquisire velocemente ce ne sono altri molto più complessi come “Forgive & Forget”, uno dei più belli secondo me poiché interamente bluesy, introspettivo e carico di valori da scoprire anche qui i chorus sono molto emozionanti. La closing-track “Where do we go from here”ha un solo obiettivo mirare dritto al cuore, ha parecchia drammaticità espressa all’unisono da voce e strumenti con il risultato finale di una semi-ballad riuscita che sottolinea la qualità del prodotto .Sono tantissimi i punti pregevoli dell’album ma io amo sottolinearne uno in particolare, la capacità di unire due generi contrastanti come il blues, molto più intimista ed introspettivo, che ha bisogno di tempo per la comprensione e usa parole più profonde mirando all’anima, e l’hard rock sicuramente più diretto, immediato e scintillante nelle melodie. A mio modesto parere la capacità di unire questi generi ha creato nel tempo i lavori più belli della storia della musica rock, chiaro è che qui c’è molto di personale. Eccellente nella voce, nel suono, nel songwriting, nei singoli dettagli, 10 quest’album vale 10 e Lode! 

Voto: 10/10 

Angelica Grippa