SECRET SPHERE - The Nature Of Time

Frontiers
I cambi di formazione e di etichetta discografica non hanno inciso sulla solidità dei Secret Sphere, che dopo il successo di Portrait Of A Dying Heart, sfoderano uno dei migliori dischi incisi nel corso della loro brillante carriera, che con l'ingresso di Michele Luppi dietro al microfono dal 2012, hanno vissuto un nuovo percorso in crescendo. Da un punto di vista tecnico e compositivo, i Secret Sphere ci propongono un lavoro impeccabile, maturo e solido, ma anche particolarmente versatile. The Nature Of Time è un disco profondo ed ispirato. Nasce dalla penna di uno dei migliori chitarristi italiani, parliamo di Aldo Lonobile che ha trasdotto in grande musica un proprio capitolo di vita vissuta, mostrando il proprio estro ed una straordinaria creatività per tutta la durata del disco. Anche il cantato di Michele Luppi, ormai membro stabile dei Whitesnake, è più profondo ed intenso rispetto al precedente lavoro. La sensazione è che tutta la band si sia immedesimata alla profondità delle tematiche affrontate in The Nature Of Time, badando certamente alla tecnica, mantenendo un occhio di riguardo all'aspetto sentimentale, che viene fuori in ogni singolo capitolo di un lavoro concepito con intelligenza ed emozione. The Nature Of Time si apre con uno strumentale intenso, che poi lascia spazio a The Calling, un brano diretto, che alterna melodia e potenza astutamente, tanto da fotografare con precisione quelli che sono i contenuti complessivi di un album che in Love colpisce grazie a contenuti spazianti tra poesia e trame estatiche, differentemente con Courage i Secret Sphere mostrano la dimensione più potente del proprio stile, in un brano dai contenuti progressive, molto inclini ai Symphony X, nonché iper tecnici, con palpabili richiami a Portrait Of A Dying Heart. Un arpeggio estasiante di chitarra apre Kindness, una ballata ben ritmata e particolarmente dinamica, dove si può ascoltare uno stile di Lonobile differente. E' solo un frammento, perché con Honesty si torna su atmosfere più dirette ed incisive, con le tastiere di Gabriele Ciaccia sugli scudi. La bellezza di The Nature Of Time è quella di suonare in modo differente rispetto ai propri predecessori, tanto di unire altri stili al classico power dei Secret Sphere, come il progressive e l'AOR. Aspetti evidenti in Faith, un brano che fonde tutte le peculiarità di una band ormai all'apice del proprio percorso artistico.

La natura heavy che con A Time Never Come consacrò i Secret Sphere torna farsi viva in Reliance, capace di rimarcare l'ottimo lavoro della sezione ritmica, attualmente formata dal bravo Andrea Buratto al basso e da Marco Lazzarini alla batteria. Commitment è uno strumentale spiazzante, lo start sembra simile a Nothing To Say degli Angra, ma poi prende una via del tutto differente, sullo stile dei Dream Theater, ma sempre dall'anima Secret Sphere. Si arriva a The Awakening, componimento dall'atmosfera paradisiaca, dove con la musica Aldo Lonobile e compagni passano da momenti sinfonici crepuscolari, ad altri più leggiadri, costantemente supportanti da un'orchestrazione priva di pecche, come per dare un messaggio leopardiano, ovvero che dopo la tempesta giunge sempre la quiete. Un messaggio che passa tramite il loro power raffinato, che trova la parola fine in The New Beginning, cinque minuti di straordinaria bellezza. Un brano di pura poesia, impeccabile da ogni punto di vista, da standing ovation, con la voce di Luppi che colpisce dritto al cuore con notevole maestria. The Nature Of Time è un lavoro certamente complesso, per contenuti tecnici e compositivi qualitativamente elevati, ma anche immediato, grazie a brani diretti che non si perdono mai in strumentali privi di emozioni. Lonobile e compagni confermano la dote di evolversi mantenendo una propria coerenza di fondo, mostrando la capacità di esplorare altri territori musicali rispetto agli album precedenti, senza mai tradire quello che è il proprio sound ormai consolidato. Per farla breve, The Nature Of Time è differente da Portrait Of A Dying Heart, Archetype o Scent Of Human Desire ad esempio, non li rinnega, dimostrando come la maturità di una band giunge col tempo, passo dopo passo, disco dopo disco, fino a raggiungere il punto più alto di una carriera magistrale che attende la consacrazione definitiva. E se Portrait Of A Dying Heart cinque anni fa aveva consacrato la grandezza dei Secret Sphere, The Nature Of Time la conferma aprendo la strada verso un nuovo percorso ad un gruppo che non ha nulla da invidiare a nessuno.

Voto: 10/10

Maurizio Mazzarella