JIMI BARBIANI BAND - Blue Slide

Andromeda Relix
Più volte abbiamo sostenuto che in Italia abbiamo artisti in grado di fare blues anche con un mood più intenso rispetto a chi proviene da oltreoceano. E mentre la stampa di grido e le major raschiano il fondo con queste nuove bands che rinverdiscono i fasti dei seventies (niente nomi per correttezza, diciamo che comunque ripercorrono sentieri già esplorati per bene in passato…), noi rischiamo di perderci dei veri e propri capolavori che hanno solo la colpa di essere distribuiti in modalità underground. Sia chiaro, anche in questo caso nulla di nuovo, in fondo è di blues che stiamo parlando, ma qui la partita si gioca tutta sul feeling, sulle vibrazioni, sulle sensazioni alle parti basse che la magnifica chitarra di Jimi Barbiani ci dispensa a piene mani per tutta la durata del disco. Notevolmente basati sulla tecnica dello slide (appunto un titolo così significativo…) ma non solo, i fraseggi, i riff e i soli dell’axeman friulano fuoriescono dalle casse dello stereo con una classe esemplare, che fa onore e rende omaggio ai più grandi del genere (B.B. King, Johnny Winter) così come a chi è riuscito a contaminarlo col rock e con l’hard (a partire da Alvin Lee per arrivare a Gary Moore, passando da Jeff Beck). Quelli che vi abbiamo elencato sono dei riferimenti, un idea di ciò che andrete ad ascoltare, ma quello che colpisce è il cuore e l’attitudine compositiva di Jimi Barbiani, che rinnova la magia di un genere musicale tanto amato e che non riesce mai a stancare. Si ascolti la potenza evocativa (ma anche sonora) dell’opener Ten O’Clock Train e dite se non vi state immaginando sulle rotaie infuocate che attraversano l’immenso suolo americano. Racchiuso in una bella confezione digipack, con una splendida immagine virata appunto sul blu del Nostro, Blue Slide è un disco da custodire orgogliosamente nella vostra collezione…

Voto: 9/10

Salvatore Mazzarella