KLOGR - Intervista alla Band


State uscendo sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

Black Snow è il frutto di mesi di lavoro. I Klogr sono una band totalmente indipendente, questo ci permette di avere totale controllo sulle scelte artistiche. E’ un disco più spinto dei vecchi lavori ma allo stesso tempo con più parti melodiche. Le tematiche trattate sono sempre concentrate su quanto la società stia distruggendo la psicologia umana e il proprio pianeta in virtù del profitto e di un finto benessere.

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

La band è nata a Gennaio 2011 a Los Angeles da me (Rusty) e Nicola Briganti (attuale chitarrista cantate dei Celeb Car Crash). Eravamo a L.A. per il namm ed entrambi avevamo un momento di “riflessione” con le rispettive band. Abbiamo deciso di unire le forse e creare un nuovo progetto. Poi i rispettivi impegni hanno portato il progetto più nelle mie mani e ho preso le redini per diversi aspetti. Nicola è tornato al suo progetto personale dopo “Till you Decay” e io ho reclutato i Timecut per proseguire la mia strada.

Come è nato invece il nome della band?

In passato avevo una band che si chiamava Sensazione. Sono sempre stato appassionato di psicologia e di quello che l’individuo è nella sua essenza. Nella metà dell’800 venne scritta la prima formula della “sensazione”.

S = K log R 
Dove S sono gli stimoli o sensazioni
K è una costante (in questo caso l’inidividuo)
R è l’ambiente che lo circonda 

Mettendo in relazione l’individuo con l’ambiente che lo circonda si deduce che non siamo davvero liberi ma soggetti al condizionamento ambientale e sociale. Misi questa formula in un cassetto nel 2004 con la promessa di tirarla fuori e usarla per un nome di una band con respiro internazionale...nel 2011 ho aperto il cassetto e la formula era li, perfetta per questo progetto e nuova avventura.

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

I testi hanno per me un peso molto importante. Sono il primo mezzo di comunicazione che tutti possono comprendere (anche se non musicisti). “Till you Decay”, il nostro primo album, era incentrato su quanto la società controlla l’uomo imponendogli un pensiero. “Till you Turn” aveva al suo interno la consapevolezza da parte di questo “individuo” (K) di avere la responsabilità di permettere questo tipo di controllo. “Black Snow” tratta di quanto la società abbia contaminato la terra e inquinato l’ambiente per produrre un benessere che ci sta portando al declino. Purtroppo questa è quotidianità in genere e non può essere ignorata.

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

Credo che sia un album diretto e sincero. Se un’ascoltatore è abituato a macinare musica Alternative Rock/Metal questo disco è di certo fruibile. Il suono è abbastanza pensate ma questo non vuol dire che manchi armonia e melodia. Alcuni pezzi sono più violenti e veloci ma lo è anche la nostra società. Di certo la curiosità viene stimolata da ciò che non conosciamo e noi non abbiamo inventato nulla ma abbiamo fatto da lente di ingrandimento su alcune tematiche musicandole con una colonna sonora che non poteva essere leggera e spensierata.

Come nasce un vostro pezzo?

Solitamente si ferma l’inspirazione su un qualsiasi strumento a disposizione (carta, registratore) poi lo condivide con il resto dei musicisti. Ci sono due strade che naturalmente vengono battute. A volte nasce un riff dal quale si sviluppa la canzone oppure in improvvisazione si registra tutto quel che viene. Altre volte, da una frase o un testo, si deve tirare fuori la musica che meglio lo rappresenta, quindi ci si butta nell’immaginario dell’argomento trattato e si cerca di scovare le atmosfere giuste. Tanto, una volta scritta una frase o un motivo, la canzone è già li dentro, ha solo bisogno di essere valorizzata.  

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

Personalmente posso citarne due. Hell of Income credo che sia un brano molto intenso e profondo. Il testo parla della cattività animale e umana. A volte mettiamo animali in gabbia per esorcizzare la nostra schiavitù ad un sistema mentre loro sarebbero liberi...se non fosse per noi. Poi Guilty and Proud. E’ un brano del quale abbiamo tracciato le prime linee io e Ste e del quale entrambi siamo affezionati. Ritengo che il concetto di brano moderno e old school convivano all’interno degli stessi 3 minuti e 37 di canzone.

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

Ritengo i Klogr un progetto ma non un progetto solista. Anche se le mie influenza caratterizzano molto la musica. Personalmente le band che mi hanno influenzato nel tempo sono Metallica, Tool, A perfect Circle, Led Zeppelin, Alice in Chains, Deftones, Alter Bridge. Ma non so se tutte queste “influenze” sono percepibili in maniera distinta nel nostro sound.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?  

Siamo prossimi ad un tour europeo di 23 date di spalla ai Prong che purtroppo non toccherà l’Italia (anche se abbiamo presentato il disco dal vivo in quattro città a febbraio). Speriamo di poter suonare un po’ in Italia anche se consapevoli che il nostro genere ha un mercato limitato e trova il suo massimo respiro all’estero. Si sta parlando anche di pubblicare il disco negli Usa e speriamo di poter programmare un tour anche là in autunnno.

E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

Registreremo le 23 date europee sia audio che video, se il materiale sarà soddisfacente...perché no. Se il nostro pubblico ce lo chiederà pubblicheremo anche un DVD.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

La scena musicale italiana è viva ed esiste. Credo che abbia solo mancanza di posti e pubblico dove farsi le ossa. E’ cosa risaputa che in Italia apprezziamo più quello che viene dall’estero che non quello che abbiamo in casa, ma in questi mesi a suonare in giro abbiamo incontrato davvero molte realtà valide. Le problematica principale credo che sia che vivere di musica in Italia è davvero difficile e tutto quello che sta intorno ad un progetto musicale ne risente tantissimo. Poco tempo, pochi investimenti, ecc

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

Ci ha danneggiato economicamente perché forse la gente ha scaricato illegalmente i dischi, ma di certo ci ha aiutato dal punto di vista della comunicazione. Grazie alla rete siamo arrivati ad un gran numero di persone e le notizie viaggiano davvero veloci. Questo a volte ti costringere a correre un po’, ma credo che per una band ai primi dischi sia anche necessario.

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

Ognuno di noi ascolta e suona diversi generi musicali. Quello che suoniamo con il progetto Klogr non credo ce sia un autocelebrazione di noi come musicisti, ma il giusto mix di quello che serve al progetto per portare fuori il suo messaggio e condividerlo con il pubblico.

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

Mi piacerebbe fare un disco contaminato da Trent Reznor ma credo che sia e rimarrà un sogno...chissà.

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

Speriamo di poter suonare presto in Italia e poter condividere con il pubblico Italiano un genere che qui si ascolta tanto (i grandi festival ne sono la prova). Vi lasciamo i nostri contatti se volete venirci a trovare tra sito e social potete immergervi in quello che facciamo a 360 gradi....ma non scordate di uscire di casa per i live! www.klogr.net - www.facebook/klogr - www.youtube.com/klogrmusic

Maurizio Mazzarella