Scarlet |
Dare un’etichetta ad un gruppo
come gli Eldritch è da sempre stata cosa impossibile. La loro è una miscela
micidiale di diverse componenti che formano l’atomo del metal, partendo dal
progressive metal, con partiture tipicamente thrash, supportate da un’attitudine
power. In tutto questo non si può dire quali siano i riferimenti di un gruppo
che ha un proprio stile, un proprio sound ed una propria impronta. Gli Eldritch
per farla breve non assomigliano a nessuno che non a se stessi e questo nel
nuovo millennio, non è certo un particolare di poco conto. Tasting The Tears è
il nono disco targato Eldritch, esce a qualche anno di distanza dal precedente Gaia's
Legacy e si dimostra un lavoro completo, capace di tracciare un solco rispetto
al passato, per segnare una nuova era e mostrare un nuovo percorso, per una
band che ha in Terence Holler ed Eugene Simone il proprio cuore pulsante, ma
che nel complesso ragiona da band da un punto di vista compositivo ed è un
aspetto che balza agli occhi, o meglio ancora alle orecchie, sin dalle prime
note di Inside You, un brano molto
tecnico, che punta più sull’atmosfera che sull’impatto. La title-track segue la
stessa scia, rimarcando l’estro del tastierista Gabriele Caselli, impeccabile
in ogni frammento. Ma se per molti El Nino resterà per sempre un punto di
riferimento indelebile, Tasting The Tears ha tutte le carte in regola per
divenire un grande classico grazie a brani come Alone Again, che metti in luce
l’aspetto lirico di Terence Holler, abile a destreggiarsi tra melodie e toni
accesi. L’anima crepuscolare degli Eldritch emerge in Waiting for Something,
differentemente in Seeds of Love e Something Strong viene fuori l’aspetto più rude di una band che
ha nella sezione ritmica un supporto notevole. The Trade è il giusto equilibrio
tra passato e presente, prende gli Eldritch dal passato e li catapulta verso il
futuro, con un suono moderno ed innovativo, riscontrabile anche in Don’t Listen
e Love from a Stone a conferma di un gruppo sempre in avanti rispetto al
presente per idee, genio ed inventiva. Fa forza di Terence Holler e compagni è
anche stata l’attitudine poetica emersa nelle proprie ballate e tutta l’ispirazione
di Tasting The Tears si concentra in Iris uno dei brani più belli in assoluto
non solo dell’album, ma dell’intera discografia della stessa band. Clouds
chiude l’ennesimo capolavoro targato Eldritch, tra chitarre taglienti, tastiere
ipnotiche ed una batteria massiccia, ma a seguire la conclusiva cover dei
Queensryche I Will Remember, ci consente di ammirare con un aspetto moderno, un
componimento dai connotati sempre attuali. Ottima anche la produzione, un
aspetto che non può andare certamente in secondo piano. Tasting The Tears è
sinonimo di perfezione e per dirla in stile Eldritch: that’s all.
Voto: 10/10
Maurizio Mazzarella