ICED EARTH - Plagues of Babylon

Century Media
Gli Iced Earth sono una assoluta certezza. Nel complesso i loro dischi non presentano mai sorprese e salve qualche piccolo passolo falso tutto sommato nella norma e quindi fisiologici nel corso di una carriera, i loro lavori non hanno quasi mai deluso le aspettative. Forse il neo è rappresentato nella ripetitività, nella poca voglia di evolversi e quindi mettersi in gioco, ma nel complesso è anche ciò che vogliono spesso i fans dalle band, peccando un po' di pigrizia. Questo spesso a danno dell'arte, che però gli Iced Earth non tradisco, andando avanti nei loro intenti, con profonda coerenza. Persino l'ottimo Stu Block  si conferma un ottimo sostituto di Matt Barlow, grazie ad un timbro vocale pressoché identico. Questa ampia introduzione, ci dice quindi in sintesi fondamentalmente due cose: in primis che il disco è buono e di pregevole qualità, per secondo invece che non è poi diverso dai suoi predecessori. Lo spessore di Plagues of Babylon è palpabile sia in fatto di metodo compositivo che di tecnica. Tutto funziona in modo pregevole, tra chitarre, voci e sezione ritmica. Le canzoni sono di ottima caratura e si presentano bilanciate, tra immediatezza e complessità di fondo, aspetto che rimarcano lo spessore artistico di un lavoro che mette in luce ancora una volta la grande abilità di Jon Schaffer, padre e mente degli Iced Earth. Si dalla title-track si ha una idea ampia del valore dell'album, che si districa tra arrangiamenti complessi e strutture ben articolate, capaci di far rendere al massimo l'abilità di ogni singolo musicista. Se Among the Living Dead ricorda più i Demons & Wizard che gli Iced Earth, brani come The Culling o Democide si dimostrano in perfetta linea con la tradizione della band. Da elogio è la produzione, moderna ed estremamente attuale. Ancora una volta gli Iced Earth hanno colto nel segno!

Voto: 8/10

Maurizio Mazzarella