FLESHGOD APOCALYPSE - Intervista alla Band


Siete appena usciti sul mercato discografico con Labyrinth potete presentarlo ai nostri lettori?

-Certamente. Labyrinth è il nostro terzo Full Lenght, e quarto lavoro in totale, ed uscirá il 16 Agosto in Europa e il 20 Agosto negli Stati Uniti e resto del mondo, per Nuclear Blast Record.

Labyrinth è appunto il titolo del vostro ultimo disco in studio, come lo avete deciso?

-Come di consueto, Labyrinth è un concept, e nel suo titolo, in maniera molto diretta, è contenuto il succo del suo significato. Si tratta di una metafora basata sul mito di Teseo ed il labirinto di Cnosso. La metafora è proprio contenuta nell'idea del labirinto, che rappresenta perfettamente la complessitá del luogo e dei contenuti che più ci riguardano da vicino: noi stessi.Teseo è un eroe che intraprende un viaggio difficile per sconfiggere il mostro mezzo uomo e mezzo toro di nome Asterion (detto Minotauro), simboleggiando così la ricerca di se stesso, una ricerca che tutti dobbiamo intraprendere se vogliamo sconfiggere le nostre frustrazioni e la nostra innata tristezza, per elevarci al di sopra e vivere in pieno i nostri sogni più veri e profondi. Dall'altra parte, Minosse, re di Creta, rappresenta un uomo avido che tenta di ingannare persino gli dei pur di avere tutto, per ritrovarsi poi con niente...o quasi. Il risultato della sua aviditá è infatti la nascita di Minotauro, che egli nasconde come nasconde la propria vergogna chi non ama se stesso. Arianna è chiaramente un'altra figura fondamentale in quanto incarna il nostro bisogno legittimo e imprescindibile degli altri, nella nostra impresa. Un vero eroe sa fidarsi e affidarsi. Infine c'è da aggiungere che una pezzo in particolare, "Towards The Sun", apre una parentesi sulla storia di Icaro e Dedalo, come metafora sul rapporto padre figlio.

Quanto tempo è servito per completarlo, tra stesura e registrazione?

-Questa volta abbiamo richiesto più o meno il tempo che davvero serviva per fare un lavoro completo ed equilibrato. La stesura ha impiegato circa 6 mesi. Le registrazioni, che comprendono molte modifiche e ritocchi anche a livello di arrangiamento e composizione, altri 3, circa.

Chi ha curato la copertina del disco? Cosa sappresenta?

-Colin Marks. Artista inglese giovane e di grande talento col quale abbiamo lavorato per circa due anni durante la promozione di Agony, e del cui stile ci siamo letteralmente innamorati. Si sposta alla perfezione col nostro stile musicale. La copertina, per dirla in modo diretto, rappresenta uno sconfinato labirinto che si perde nell'orizzonte nero e nuvoloso: un presagio di un viaggio che in fondo non avrá mai fine.

Come si è evoluto il vostro sound partendo da Oracles, sino ad arrivare a Labyrinth?

-Beh, ovviamente in primo luogo l'esperienza accumulata su tutti i fronti del nostro lavoro ha portato ad una maturazione sia inconscia che consapevole. Oracles conteneva giá tutti i tratti salienti dello stile dei Fleshgod Apocalypse, ma in forma grezza e ancora incompleta. A me personalmente piace moltissimo, contiene una fantastica violenza diretta e istintiva, ma, come accennavo poco fa, era solo l'inizio. Le progressioni armoniche e melodiche di stampo tardo romantico (a volte persino barocco, di molto precedente) tipiche dei nostri pezzi erano giá li in un certo senso; ovvio che poi le cose sono cambiate e cresciute e molti elementi si sono andati ad aggiungere negli anni.

Quali sono le differenze principali tra Labyrinth ed il precedente Agony?

-La differenza è sia evolutiva che prettamente compositiva, oltre che sonora in senso stretto. L'evoluzione è evidente. Agony era una prima volta in senso di composizione di un disco interamente orchestrale, ed è chiaro che ancora molte cose andavano affinate, a partire dal riffing e il suo incastro con le sezioni dell'orchestra, passando per i cori, le parti di piano, l'utilizzo delle voci ecc...dal punto di vista prettamente compositivo, Labyrinth presenta a mio avviso un equilibrio assai migliore nel corso delle singole canzoni nonchè di tutto il disco, sia a livello strutturale che quali/quantitativo nella tipologia dei riffs e nel loro alternarsi e richiamarsi lungo tutta la durata del disco. Il risultato è un maggiore impatto ma anche un maggiore bilamciamento: respiro quando serve, e violenza cieca quando serve.

Quali invece i punti in comune?

-I punti in comune sono rappresentati, come è naturale che sia, da quegli elementi caratterizzanti e immancabili della nostra musica che man mano riconfermiamo pur sempre reinterpretandoli. Quel sapore, quel tipo di riffing, di drumming e di progressioni, finchè quel tipo di linee vocali e di cliches del nostro stile che rendono la musica che facciamo musica dei Fleshgod.

Quali sono i pregi di Labyrinth?

-L'essere una storia, una sensazione, sia nel significato che nella musica. L'essere ancora più quello che noi chiamiamo Fleshgod Apocalypse, ed anche il contenere degli elementi nuovi rispetto al passato, delle nuove facce della nostra musica!

Ritenete che Labyrinth sia il vostro migliore in assoluto?

-Per tutte le ragioni che ho esposto sopra, direi piuttosto che noi sappiamo che lo è. Per quanto poi riguarda i gusti, quello è un fatto personale di ogni ascoltatore!

Come nasce un vostro pezzo?

-Nasce solitamente da un'idea di Francesco Paoli, e dalla stretta collaborazione in termini di composizione e arrangiamento, con Francesco Ferrini. A volte nasce da un'idea di un riff, a volte da un tema orchestrale. Altre volte un'idea di Ferrini porta poi allo sviluppo di un pezzo. Certo che Ferrini ha un ruolo primario negli arrangiamenti orchestrali, così come Paoli lo ha negli arrangiamenti chitarristici e batteristici nonchè generali della nostra musica. La loro sinergia è vitale per questo lavoro. Infine, nella fase di registrazione, tutti noi contribuiamo a modifiche e miglioramenti della nostra musica con una discussione sempre aperta su tutto.

Quale è il brano di Labyrinth al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

-Credo sia quasi impossibile dirlo. Noi concepiamo un disco come un'opera unica e indivisibile, tutto è bilanciato all'interno della sua interezza, e ogni pezzo è importante come gli altri. Per cui davvero direi: tutti i pezzi.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sará un tour con delle date live?

-Si certamente. Dopo ogni disco c'è un periodo intenso di promozione, e di certo Labyrinth non farà eccezione. Per ora quello che posso dire è che come saprete è confermato il tuor in Nord America in supporto diretto ai Wintersun. Si prospetta un grande tour, e l'hipe è estremamente alto a quanto pare! Siamo in fibrillazione e ci stiamo preparanto in maniera maniacale per preparare questi show. Per quanto riguarda il resto del mondo ancora non posso dire nulla, ma posso affermare che ci saranno molte sorprese nei prossimi mesi.

C'è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

-Beh ce ne sono vari, ma per citare quello, anzi quelli più intoccabili, forse più improbabili anche per ovvie ragioni, credo sarebbe fantastico suonare un concerto insieme alla Wiener Philharmoniker!

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

-Certo: qualunque sia il genere di musica che preferite, sappiate distinguere la buona musica, e supportatela, altrimenti nessuno potrá più produrla! Grazie a tutti.

Maurizio Mazzarella