DRAKKAR - Intervista alla Band

Drakkar (My Kingdom Music)

Intervista ai nostrani Drakkar in occasione della pubblicazione del loro ultimo splendido lavoro in studio "When Lightning Strikes" edito dagli amici della My Kingdom Music. Ci rispondono il chitarrista della band Dario Beretta ed il cantante Dave Dell'Orto:

Siete appena usciti sul mercato discografico con When Lightning Strikes, potete presentarlo ai nostri lettori?

-DARIO: Volentieri! When Lightning Strikes è il nostro quarto album. E' un concept, caratterizzato da un'unica storia divisa in più episodi che si dipana nel corso di circa un'ora di musica. Musicalmente, può essere considerato una summa di quanto fatto finora dai Drakkar, dato che incorpora elementi presi da ciascuno dei nostri dischi precedenti. Nel complesso, è sicuramente evidente un certo ritorno alle sonorità epic-power dei nostri esordi, ma senza abbandonare le innovazioni apportate da "Razorblade God" e "Classified". E' un album a nostro parere molto maturo e completo, anche con una certa varietà.

Quanto tempo è servito per scriverlo e poi per registrarlo nel complesso?

-DARIO: Per scriverlo ci abbiamo messo circa due anni, tra una cosa e l'altra, anche se in realtà un paio di brani li avevamo già pronti da tempo e abbiamo dovuto solo riarrangiarli e risistemarli. Per registrarlo, più o meno un mesetto di lavoro, ma distribuito nel corso di quasi tutto il 2010, perché non avendo ancora nessun impegno contrattuale abbiamo preferito fare le cose con calma, onde ottenere il massimo da noi stessi e avere il tempo di ragionare per bene su ogni singola scelta. Dopo tanti anni senza pubblicare un full-lenght, non avrebbe avuto senso tornare con un album di cui non fossimo convinti al 100%.

Come testi questa volta che argomenti avete affrontato?

-DARIO: Come ti dicevo prima, si tratta di un concept album. Narra di un uomo che, reincarnandosi ad ogni sua morte, attraversa le epoche della storia dell'umanità, dal IX secolo fino a un lontano futuro. Alla fine, scoprirà che le sue reincarnazioni sono dovute all'intervento di una razza aliena che lo ha trasformato in un "registratore vivente" attraverso cui studiare la nostra evoluzione. Lo scopo di questi alieni quasi onnipotenti è quello di giudicare, con l'aiuto di un punto di vista interno, se la razza umana sia da confinare sulla Terra, perché troppo pericolosa e autodistruttiva, o se le si possa concedere di espandersi su altri pianeti. Nel corso dei vari brani dell'album, vengono descritti episodi tratti da alcune delle vite del protagonista; questo ci ha permesso di trattare varie epoche saltando tra passato e futuro e dando così maggiore varietà al concept. E' stato divertente soprattutto mischiare episodi storici realmente accaduti con storie di pura fantasia.

Perché ci sono voluti ben dieci anni per rivedere un vostro disco in studio?

-DAVE: Una serie di motivazioni hanno contribuito a questo ritardo. Il primo, grossissimo, problema che abbiamo dovuto affrontare è stato l'abbandono di Christian Fiorani, storico batterista dei drakkar che ha fatto una scelta di vita e si è trasferito a Città del Messico. Christian, oltre ad essere un ottimo amico ed una grandissima persona, fungeva da collante per il gruppo e la sua grinta era un continuo stimolo per tutti. Per noi è stata una figura impossibile da sostituire. Abbiamo provato diversi batteristi fino a Giulio Capone, un ottimo musicista con cui nel 2007 abbiamo realizzato anche un EP di 4 brani, Classified, scaricabile gratuitamente dal nostro sito. Purtroppo, a un certo punto anche Giulio ci ha dovuto lasciare perché troppo impegnato sia con i Bejelit, sua band, che con il suo studio. Nonostante in quel periodo fossimo tutti fortemente delusi e scoraggiati, l'amicizia tra me, Dario, Corrado e Simone (bassista nel mentre aveva sostituito Daniele Persoglio) ci ha tenuti uniti. Abbiamo continuato a vederci in sala prove regolarmente e a comporre nuovo materiale senza l'aiuto di un batterista. Una volta terminati i lavori, Dario ha contattato Mattia Stancioiu che si è detto disponibile a collaborare con noi sia come produttore artistico che come batterista per le registrazioni. Finalmente qualcosa iniziava a girare... In Paolo Pirola, attuale batterista dei Cidodici, abbiamo poi trovato un ottimo batterista per i live. Finalmente, poi, è nato "When Lightning Strikes" ed ora siamo più che mai determinati a continuare la nostra storia.

Quanto è bello ritornare sulle scene con un disco nuovo dopo tanto tempo?

-DAVE: E' una sensazione fantastica e una grande soddisfazione dopo gli sforzi fatti. Siamo orgogliosi di aver fatto un lavoro che la critica sta accogliendo in modo positivo ed abbiamo avuto la fortuna di trovare Francesco Palumbo, di My Kingdom, che ci ha subito dimostrato il suo interesse verso il nostro lavoro e che sta lavorando molto bene con noi. Ora speriamo che non debbano passare così tanti anni prima di realizzare un nuovo disco.

Quali ritenete siano le differenze principali tra When Lightning Strikes ed il vostri dischi precedenti?

-DARIO: E' un disco più maturo, con arrangiamenti e contenuti a mio parere di livello superiore rispetto al passato. E' stato impegnativo da realizzare, ma ne è venuto fuori un prodotto di cui siamo davvero entusiasti. Musicalmente, direi che è diverso dagli altri nel senso che ingloba elementi di tutti: l'epicità di Quest For Glory, le melodie e i cori power di Gemini, la potenza e le influenze anni '70 di Razorblade God. Come dicevo anche prima, è una summa di quello che sono stati e sono i Drakkar nella loro storia.

Come avete composto i pezzi di When Lightning Strikes? E' stato differente rispetto al passato?

-DARIO: Non particolarmente, il metodo è sempre lo stesso: io presento alla band uno "scheletro" del brano con strofa/bridge/ritornello ed eventuali altre parti che magari ho già in mente. Su questa base, lavoriamo tutti insieme per un primo arrangiamento, aggiungendo o togliendo parti a seconda di come gira la canzone. Poi io e Corrado, il tastierista, rifiniamo i dettagli finali. Ovviamente, il tutto è passibile di ulteriori cambiamenti durante le registrazioni... si sa che una volta in studio c'è sempre qualcosa da modificare.

Quale è il brano di When Lightning Strikes al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

-DARIO: Per me è "My Endless Flight", perché ha tutti gli elementi caratteristici del nostro sound: epicità, melodia, potenza, influenze dall'hard rock al thrash passando per il power più puro... E poi ha un ritornello che adoro, letteralmente.

-DAVE: Direi "Revenge Is Done", soprattutto per il riferimento a "V For Vendetta".

Come pensate di promuovere When Lightning Strikes? Avete in mente qualche idea particolare?

-DARIO: Beh, stiamo facendo la classica trafila di interviste, comunicati e quant'altro. My Kingdom Music sta pubblicizzando molto il disco, il tutti in modi. Stiamo anche cominciando a programmare alcune date live, sperando di poter trovare un po' di spazio perché comunque la dimensione dei concerti per noi è sempre stata importante e piacevole.

Quanto pensate di essere maturati in questi anni come band, come uomini e come musicisti?

-DAVE: Credo che dopo tanto tempo una crescita sia normale sotto tutti i punti di vista. Aver sorpassato assieme i momenti difficili che ho descritto prima ci ha uniti molto sia come band che, soprattutto, come amici, migliorando il nostro feeling quando abbiamo gli strumenti in mano. A livello umano ora siamo più maturi e questo ci permette di affrontare le varie situazioni con più razionalità, mantenedo sempre il giusto grado di passione. Musicalmente parlando, poi, i nostri gusti sono diventati più vari e spaziano in molteplici generi musicali. Credo che questo si senta anche nella nostra musica.

Quali sono le aspettative che avete su When Lightning Strikes?

-DAVE: Speriamo solo che la gente apprezzi i nostri sforzi e che questo ci porti a fare più date live in Italia ed in Europa.  

Tra Quest For Glory, Gemini e Razorblade God, c'è secondo voi un disco che non è stato del tutto apprezzato in base alle vostre aspettative dalla stampa e dal pubblico?

-DARIO: Mah, forse Razorblade God... La critica lo apprezzò abbastanza, ma i riscontri da parte del pubblico furono così così, probabilmente in molti non apprezzarono la sperimentazione e le nuove sonorità che introducemmo con quell'album. Tuttavia, senza Razorblade non saremmo mai giunti a When Lightning Strikes. Avevamo bisogno di provare soluzioni nuove e lo facemmo, forse col senno di poi avremmo potuto estremizzare meno le novità e cercare un sound meno "radicale", ma resta comunque un disco che ci aiutò molto a crescere, anche se poi ci sarebbero voluti anni per raccoglierne i frutti.

Sempre tra Quest For Glory, Gemini e Razorblade God, di quale dei tre andate più fieri e quale si avvicina di più a When Lightning Strikes?

-DARIO: Come ti dicevo, WLS è un po' una summa di tutti e tre, una specie di Drakkar 2.0 se vogliamo, quindi mi viene difficile dirti a quale possa assomigliare... assomiglia a tutti e a nessuno. Quello che posso dire è che sicuramente è più vicino alle sonorità dei primi due album che non a quelle del terzo, anche se, ribadisco, le cose che abbiamo sperimentato su Razor non le abbiamo accantonate, solo integrate meglio nel nostro sound. Riguardo a quello di cui siamo più orgogliosi, forse Gemini, un disco che ancora oggi riascolto volentieri, anche per questioni di nostalgia, se devo essere sincero.

Farete un tour con delle date dal vivo? Verrete anche nel sud Italia? 

-DARIO: Sicuramente vogliamo suonare live il più possibile, compatibilmente con gli spazi che offre una scena che sembra purtroppo sempre più refrattaria ai gruppi che propongono musica originale, e venire al sud ci piacerebbe molto. Ci siamo stati due volte e ci siamo trovati benissimo, speriamo di ripetere l'esperienza.

E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD? 

-DARIO: Oggi come oggi è già difficilissimo vendere dischi di inediti... figuriamoci degli album live! Mi piacerebbe tantissimo, davvero, ma per una band underground come la nostra... la vedo difficile.

Cosa pensate della scena metal italiana?

-DARIO: E' in gran forma. Praticamente in tutti i generi ci sono gruppi che stanno producendo ottimo materiale. Senza scomodare i nomi più in vista, ma restando nell'underground, band come Crown Of Autumn, Red Warlock, Eversin, Bejelit, Soul Seller, Blood Thirsty Demons, Secret Sphere (ecco, credo di aver citato gruppi un po' per tutti i gusti!) stanno dando davvero tanto alla nostra scena, a tutti i livelli. E' un vero peccato che il nostro paese, che ha un sottobosco metallico così ricco, non riesca a trovare situazioni ambientali adeguate per crescere ancora di più. Se avessimo anche qui le opportunità che hanno le band del Nord Europa... invece ci tocca barcamenarci tra gestori di locali interessati solo alle cover e gente che supporta i nostri gruppi solo a parole (se la metà di quelli che postano brani su Facebook comprassero i relativi CD, non avremmo problemi!). Comunque, credo e spero che col tempo le cose cambieranno anche da noi...

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

-DARIO E DAVE: Grazie dell'attenzione, speriamo che apprezzerete il nostro nuovo album e che verrete anche a vederci dal vivo non appena possibile. Stay metal!

Maurizio Mazzarella