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Sleaszy Rider Records |
I Revoltons sono una Heavy/Power Metal band italiana che sopravvive dal 1991, nonostante un'attività musicale comprensibilmente discontinua e vari cambi di formazione. I nostri iniziarono a realizzare albums solo dal 2003, e questo "Underwater Bells Pt. 2" è il quinto. La band proviene dal Friuli, provincia di Pordenone. Più precisamente, dal comune di Vajont, nella zona dell'omonima valle, dov'è presente appunto il torrente e il lago del Vajont. Specifico quersto perché sono fermamente convinto che, al di là dell'oggettiva qualità tecnico/compositiva, comunque buona, per questo quinto album si dovrebbe ereggere un monumento alla band! Trattasi infatti di un concept album dall'argomento estremamente importante, basato su un fatto di cronaca avvenuto nella loro zona, nella data appunto riportata sul titolo dell'album. Una tragedia ecologica ed umana di proporzioni abnormi, che non merita di essere dimenticata. Il Disastro del Vajont, che fece quasi duemila vittime tra i civili dell'area, a causa di una frana che causò un innalzamento improvviso dell'acqua dal bacino antistante la diga, causando morte e distruzione tra tutti i comuni limitrofi. Pur con il linguaggio espressivo del classico Heavy/Power Metal, il concept ideato dal chitarrista Alex Corona presenta in sè un certo senso del drammatico. Soprattutto nella triade centrale composta da "October 9th 1963", "Erase! New Earth Lord!" e "Hypnos And Thanatos" dove, accanto alla consueta energia dell'Heavy/Power Metal, troviamo parti musicali più soffuse, caratterizzate da arpeggi di chitarra e vocals recitate. Evidentemente, si è cercato di dar voce ai parenti delle vittime, anche attraverso il supporto di una voce femminile. L'effetto è davvero drammatico, se si pensa che i responsabili del disastro doloso cercarono di insabbiare le loro responsabilità. L'opera in questione appare, insomma, abbastanza riuscita. A parte una produzione che, seppur discreta, a mio parere non valorizza a dovere i suoni delle chitarre. "Underwater..." è un altro disco che sta a dimostrare il potenziale narrativo del Metal, ormai non solo relegabile alle storie di fantasia. Un album da avere. Tanto per la buona qualità della musica, quanto per l'importanza della storia narrata.
8/10
Alessio Secondini Morelli