HOLY DRAGONS - Unholy And Saints

Pitch Black Records
Da dove vengono questi Holy Dragons? Dal Kazakistan! Ed esistono da un buon quarto di secolo. Hanno all'attivo, con quest'ultimo "Unholy..." ben 18 albums. Molto attivi, direi. Però, ora vediamo di cosa si tratta. I nostri fanno un Heavy/Power il più epico possibile, con una predilezione per le più epiche atmosfere maideniane unite a dei ritmi che pescano dalla più classica tradizione "Speed Metal" anni '80. E debbo dire che la sostanza musicale presentata in quest'album risalta piuttosto discretamente in potenza. I nostri, fin dall'apparato iconografico (vedasi illustrazione di copertina) si professano portabandiera del Sacro Spirito del Metallo con sufficiente convinzione. Peccato per le lacune presenti sull'album: una voce, quella di Chris Caine (che è anche una dei due chitarristi) dalla qualità non sempre ottimale, una batteria mixata in maniera fastidiosamente artificiosa e male amalgamata con il resto degli strumenti... ai limiti di un cattivo suono da drum-machine. Oltretutto, sono presenti un paio di episodi "sperimentali" piuttosto imbarazzanti come la canzonaccia boogie "The Hall Of Shame" o "The Elf" che non ci azzeccano proprio nulla. E poi... quasi ogni canzone ha la sua stereotipata e noiosetta intro di chitarra acustica o di pianoforte. Dopo un po', è evidente quanto si sia esagerato. Ciò nonostante, se ci limitiamo alla parte Power/Speed dell'album ed eliminiamo gli orpelli inutili, l'album risulta abbastanza carino. Però ecco, io capisco la provenienza da un paese esotico, l'amore per le più pure sonorità occidentali ottantiane ed anche la mancanza di esperienza a livello di produzione discografica... ma ragazzi, dopo 25 anni e una trafila di 18 albums è ora che vi diate una mossa e facciate un bel salto di qualità a livello discografico eh. Diversamente, non impressionerete di certo il pubblico occidentale e qualche discografico che conta. Forza, dai, vi esorto, per il Sacro Spirito del Metallo!

Voto: 5,5/10

Alessio Secondini Morelli