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La storia di Aries Field è un po' travagliata, nel senso che questo progetto nasceva come vera e propria band attorno al 2013, con tanto di esordio pubblicato a titolo "Path For Redemption", e la formazione era formata dai seguenti membri: Fabio Stroppa, Francesco Barnabó e Davide Valentini. Successivamente Fabio Stroppa prende in mano tutto e prosegue la sua avventura da solo. Il risultato del suo lavoro, svolto completamente da solo, è questo secondo lavoro intitolato "The Halo Behind the Sun". Non sono molto ferrato sul passato di questo progetto, quindi non posso fare un parallelo tra la vecchia produzione e quella nuova, ma quello che è certo è che Aries Field, oggigiorno, è una realtà che ha realizzato un gran bell'album, che forse ha la sua unica piccola pecca in un cantato non del tutto convincente, o sarebbe meglio dire che la voce di Fabio Stroppa non aggiunge quel valore in più che ci saremmo aspettati da un lavoro di alto spessore come quello presentato in questo disco.
Ma a parte questo, "The Halo Behind The Sun" presenta una tracklist validissima, e che ha il grosso pregio di non fossilizzarsi su un unico genere, ma piuttosto di intraprendere una strada propria, che plasma l'hard rock secondo ciò di cui questo progetto ha bisogno e non viceversa. In buona sostanza il disco è un concept lirico che, attraverso ben 15 episodi, cerca di narrare una storia non facile come quella della Seconda Guerra Mondiale in Asia. E c'è da dire che non è un argomento inflazionato questo, e soprattutto è abbastanza ambizioso imbattersi in un concept così profondo, ma la musica proposta permette di dare un senso compiuto a tali liriche. Dico questo perchè ho trovato molto interessante la scelta di costruire la tracklist in un modo particolare, ovvero di inserire veri e propri brani che sono inframezzati da brevi interludi (o come volete chiamarli), che creano un bel senso di continuità nell'opera e completano la storia complessa espressa nel disco.
Molti i brani interessanti, tantochè l'intera tracklist è da consigliare soprattutto perchè, come dicevo, parliamo di un concept, ed estrapolare brani potrebbe sviare l'ascoltatore a non seguire il filo logico che il disco imporrebbe. Quindi io consiglierei sempre l'ascolto partendo dall'inizio fino alla fine, almeno per le prime volte, e poi sarete voi a crearvi la vostra playlist favorita...
Un bel disco anche sotto il profilo della produzione e dell'artwork, semplice ma d'impatto, e quindi prendete questa recensione come un bel consiglio musicale da parte di un amico. Se qualcuno mi chiedesse di scegliere un solo brano, una sola hit, direi probabilmente "Sword Of Time", una canzone praticamente perfetta e che ben riassume tutto quello che potrete trovare nell'album. Molto bene Aries Field.
Voto: 7,5/10
Salvatore Drugo