WHILE SHE SLEEPS - So What?

Spinefarm
Nuovo album studio per gli While she sleeps che poco meno di due anni dall’ottimo “You are we”, sono appassionati da titoli piuttosto corti e lo vedrete tra poco, e dai precedenti “This is the six” e “Brainwashed”,dal titolo “So What?” che nulla ha a che fare con la canzone di Pink o di Miles Davis. La band passa dalla Nuclear Blast per Search and destroy records alla Spinefarm . E va segnalato che pur dando l’impressione di essere band a stele e strisce, sono del regno unito pur rimanendo negli stilemi del metalcore mainstream targato USA (qualcuno ha detto Bring Me The Horizon?!). Le strutture sonore e le scelte di arrangiamento sono sempre più vicine ai BMTH, innesti synth, loop elettronici, coretti di infanti, intermezzi rap e via dicendo fanno da “padrone” in questo lavoro. Non comprendo se non vi siano varianti o variabili in merito oppure se l’unica via per ilo metalcore sia questa. Ma tant’é… per fare un ragionamento puramente asettico le produzioni sono di alto livello e di immediato impatto, nulla da eccepire, unico problema è che essendoci così tanti gruppi che “suonano” allo stesso modo verrà piuttosto difficile emergere, specie se si decide di restare nel “già sentito” di altre band. Chitarre granitiche, batteria possente, basso coinvolgente e voce al vetriolo tutto miscelato al meglio con rimandi rap, con coretti di infanti e di loop elettronici. Le scelte da banco sono state ottime ed in linea con una band che vuole farsi sentire e che vuole portare il proprio lavoro ad un livello più alto, ma solo ed esclusivamente se restiamo in ambito “tecnico” dato che per il resto ho già segnalato sopra e leggerete il resto qui sotto. Personalmente un lavoro che “esternamente” è molto interessante ma che “internamente” non andrebbe oltre il terzo ascolto. Non perché non abbiano fatto un buon lavoro, ripeto, ma semplicemente perché già sentite tutte le risoluzioni sonore presentate in questo album da lameno altrettante venti band più o meno famose quanto loro. La opener “Anti-Social”, “Haunt me” e “Gates of paradise” sono brani che possono piacere già di primo ascolto, poi ci sono le “botte” sornione da “radio oriented” o da “singolone acchiappa like” come “The guilty party” e “Good grief”. Concludendo album dignitoso, ma di dubbia durata. Mi pare che questo sarà un lavoro che probabilmente tra un anno non ne sentiremo la mancanza e con buona pace di molti neppure sentiremo i singoli girare nelle radio. Croce e delizia di certe scelte sonore e di certi generi “usa e getta”. 

Voto: 6,5/10 

A.S.