Dusktone |
Questo grande lavoro, è impregnato di misticismo; ma non quella robaccia alternativa che è un frullato senza sapore che a volte viene spacciato come conoscenza orientale, ma non sa di nulla, tanto meno viene dall’oriente.
Quelle cose vanno bene per gli ignoranti youtuber o influencer che spacciano superficialità fighetta per conoscenza.
Ma il vero mistico, deve conoscere, studiare e imparare con umiltà, prima di poter esporre; ed è quello che fa questo gran progetto campano.
L’opener “Symbelmyne”, ci mette in contatto con un flusso arcano, con la natura stessa; tappeti di synth di taglio ambient e rumori della natura ci introducono in questo primo passo; si sente una melodia tranquilla, pacifica.
“Rinascita” è energia pura sotto una coltre furiosa di stampo estremo; blast beats e chitarroni di taglio norvegese taglienti come rasoi e ossessivi, lo screaming è acido però si distingue bene il recitato evocativo in lingua madre.
Ci sono anche parti più cadenzate a inframezzare il tutto; un respiro atmosferico, antico, cerimoniale con parti arpeggiate, riff di chitarra e percussioni.
La titletrack è cadenzata, severa con un riffing black metal e tempi più lenti di batteria ma adatti per il cantato in screaming che declina la forza della natura universale fino a sfuriate in blast beats.
Parti di chitarra acustica di ampio respiro, dove melodia ancestrale, sussurri e sapori prog fanno capolino e rendono il tutto ancora più interessante, per poi arrivare di nuovo una sfuriata che si conclude in modo placido e acustico.
“Hirilorn” è un breve brano strumentale dalla melodia antica con arpeggio acustico e un riff elettrico dolente in sottofondo; c’è un’atmosfera sacrale intorno a questo pezzo ed emozione.
“Il mare dello spirito” è cadenzata, malinconica con qualche influenza celtica nell’arpeggio acustico e riff di chitarra in tremolo dalla melodia di stampo evocativo.
Ci sono degli interventi in blast beat, con lo screaming chiaro e parti sussurrate che rendono bene l’impatto emotivo del brano; il brano si va a sempre più sfumando con echi acustici.
“Mallorn” sembra pervaso dal progressive rock riveduto e corretto; con synth dal sapore sacrale, una sorta di melodia rituale e mistica e plettrate dal gusto gilmouriano.
Cosa dire se non grazie, si, grazie che esistono persone come questi ragazzi che respirano saggezza, studio e investono le loro energie in musica; facendo un percorso unico in equilibrio tra estremo e soluzioni di taglio più sacrale; fatelo vostro e premiateli come meritano.
Voto: 8/10
Matteo”Thrasher80”Mapelli