IMPERIALIST - Cypher

Trascending Obscurity
Questi americani hanno scelto un nome altisonante e pesante per chiamarsi. Una band che pur facendo metal estremo, non ha nulla da spartire con sonorità tipiche statunitensi. Anzi, le influenze sono molto europee, soprattutto se si fanno i nomi di Watain e Dissection, capite bene dove i nostri vogliono andare a parare. Un disco che è un progetto ambizioso; perché la band ha composto un’opera come una possibile colonna sonora di un film di fantascienza, un buon disco con una tematica interessante e non abusata dal genere. L’opener “Continuum” è l’introduzione, con orchestrazioni e un arpeggio acustico, molto curato e dalla melodia sinistra e carica di tensione, provate a immaginarvi su di una navicella spaziale mentre un’oscura minaccia ultradimensionale si fa largo piano piano. “The singularity” è un brano cadenzato dal riffing squisitamente black metal melodico di taglio svedese. Tempi cadenzati di batteria, un muro di chitarre che poi accellera improvvisamente e tempi tellurici ritmici con un growl alto e lacerante; la melodia è sinistra e i nostri sanno ben imprimere un’inquietudine nera e feroce al brano. “Advent anathema” sembra strappata ai watain del periodo di mezzo; chitarre gelide, tempi di batteria veloci con rullate. Lo screaming è potente e non troppo monocorde; la band ha buona capacità tecnica e la melodia è sinistra e maligna, con assalti in blast beats improvvisi, in coda il brano si fa più lento e pesante. “Umbra tempest” ha un riffing inconfondibilmente swedish con sfuriate tipiche del genere, qua c’è solo malvagità black metal in salsa scandinava, una bella cavalcata nera con riffing serrati. Ci sono anche cambi tempo più rallentati ma senza abbassare la tensione del brano; il solo è melodico e ben eseguito e con qualche riferimento classico. “The dark below (Crota’s end) è un brano feroce, preciso e perfetto nel suo incedere; batteria tellurica, chitarre dal suono dissonante e uno screaming potente. Cambi di tempo impetuosi e precisi, e uso delle melodie sinistre ben eseguito; i solos sono melodici e di squisita fattura. Un disco che pur essendo un pochino derivativo, fa notare anche una personalità forte e ben definita, un album che porta il gruppo verso l’alto. 

Voto: 7.5/10  

Matteo”Thrasher80”Mapelli