THE RED COIL - Himalayan Demons

Argonauta
Dopo aver pubblicato un ep nel 2009 e il loro album di debutto del 2013, approdano ora con il nuovo lavoro: i demoni Himalaiani. Hanno alle spalle parecchi spettacoli dal vivo, e sono apprezzati per la loro energia. Dopo un cambio di bassista eccoli più crudi che mai a presentare il duro lavoro discografico attuale che si compone di otto tracce pesanti e “rozze” che nulla hanno da invidiare ai classici del genere. Chitarrone pesanti e riffettoni pieni di groove e ruvidità, così come comanda lo zio “Tonino”, un’ugola che graffia morde ed uccide, degna di veri orsi bruni delle alte montagne, una batteria potente e sempre presente, ed un basso sopraffino a cui è dato il compito di sostenere tutto e tutti, eccoli presentati questi Red Coil. Non mancano le atmosfere psichedeliche e meno invasive, che hanno il solo effetto di rendere i giri dopo ancora più duri e convinti (vedasi Shroud). Si comincia con il primo brano , molto Cathedral oriented, si passa a Godforsaken, che con i suoi accenti in levare rende il brano molto particolare. Ne vogliamo parlare dell’intro Funky di Oriental Lodge che poi viene ripreso all’interno della track? Massiccia anche Moksha, con dei giri “non proprio banali, e poi per chiudere il disco una bella ed Red coil oriente cover di un brano dei led zeppelin. Che dire: anche per i non amanti del doom stoner sludge questo potrebbe essere un disco interessante. Ottima prova ragazzi, i demoni da laggiù saranno di sicuro contenti di essere stati richiamati al dovere. 

Voto: 7/10

Flavio Facchinetti