MAYHEM - Daemon

Century Media
Cosa, cosa dire del quinto album post-Euronymous dei Mayhem? Beh, che Necrobutcher e Hellhammer stanno ancora lì, che da anni Maniac se ne è ri-andato ed è sempre presente al suo posto il blasonato Attila Csihar (il classico singer dell'ormai mitico "De Misteriis..."), mentre il ruolo di chitarrista è sempre ballerino... non conto più oramai chi si è avvicendato nel ruolo che fu di Euronymous. Tanto lo stile è sempre similare e viene ben "riprodotto"... diciamo che perlomeno non troviamo brutte sorprese, chitarristicamente parlando. Tanto, anche a livello globale, non avremo mai sorprese strane o inusuali dai Mayhem attuali. Seppur con una produzione oggi relativamente pulita ed ottima, i Mayhem hanno appena realizzato... un tipico album dei Mayhem. Qua e là possono esserci delle piccole variazioni sul tema a livello di arrangiamenti, come l'assolo ai limiti dello shredding su "Bad Blood" o qualche innesto vocale pulito, ai limiti della lirica, come sull'iniziale "The Dying False King" (accidenti che titolo... ma va tutto bene tra i "capi storici" ancora in attività e la memoria del loro defunto chitarrista storico?)... ma sostanziamente, quello difronte a cui noi comuni mortali ci troviamo oggi  è... nient'altro che la perpetuazione dello stereotipo del Norwegian Black Metal che fu. Quello dell'epoca dell'Inner Circle dei maledetti anni '90. Che partorì tanti albums epocali quanto efferati delitti. La recensione potrebbe anche finire qui. Dato che, per molti, i Mayhem senza Euronymous non hanno senso d'esistere (altro stereotipo duro a morire, nonostante siano passati parecchi anni dal "fattaccio"). Ma dopotutto... il mondo deve ancora girare. E così, se andiamo a scavare leggermente più a fondo, qualitativamente parlando la suddetta "perpetuazione di stereotipo" diventa in realtà una, tuttosommato buona, "celebrazione". E lì, almeno, non si può imputar nulla ai Mayhem attuali. Non possiamo di certo dire che negli ultimi 20 anni e passa ci abbiano inondato d'una quantità esagerata di albums allo scopo di lucrare eccessivamente sul loro nome. Lo stereotipo apparente pian piano si trasforma, allora, nell'identità musicale di una band. Di una band capostipite, cosa spesso dimenticata. E nella sua, appunto, celebrazione. Lo spirito del Black Metal rivive ancora oggi, migliorato magari dalle moderne produzioni, capaci di creare sonorità maligne ed infernali senza indugiare troppo sull'inascoltabilità. Com'era invece cosa comune negli anni '90, dove l'eccessivo riverbero aggiunto alle produzioni aveva il compito di rendere a quei dischi storici un'atmosfera da autentico Inferno sulla Terra: oggi possiamo invece toccare con mano la migliorata perizia tecnica della band, assaggiare una bella fetta d'Inferno musicale e... celebrare ancora una volta ciò che fu il Black Metal (e che per molti ancora È), senza spaccarci eccessivamente le orecchie. Ancora una volta, i Mayhem hanno fatto felici i loro fans, vecchi e nuovi, con un bel disco di Super-Enhanced True Norwegian Black Metal. Se lo possono permettere ancora, a quanto pare. Non dovrebbero esser giudicati per questo. E allora, che lo Spirito Infernale del Metallo Nero trovi la sua celebrazione ancora oggi.

8,5/10

Alessio Secondini Morelli