Wind Rose, "E' sbagliato dire che in Italia non ci sia la voglia di emergere"

Federico Meranda (tastierista e principale compositore)

Ciao a voi Wind Rose. Grazie per la vostra disponibilità. Siete già al quarto album. State andando forte! Complimenti. Un album d'immaginario alquanto Fantasy. Quali sono secondo voi i punti forza di "Wintersaga"?

In "Wintersaga" abbiamo cercato di condensare tutto ciò che suscitasse nostro interesse, della musica metal e non, di questo ultimo periodo musicale: che copre approssimativamente gli ultimi 10 anni. E' come se avessimo risposto alla domanda "come ed in qual modo possiamo fare una sintesi di ciò che abbiamo ritenuto interessante dal punto di vista musicale negli ultimi anni? Come potremmo riadattare tutto ciò al nostro modo di fare musica e proporre qualcosa di interessante?". Diciamo che la musica metal è lo strumento che ci permette di esprimere al meglio quello che pensiamo che la musica debba trasmettere all'ascoltatore, come una particolare tecnica pittorica si adatta più all'espressione artistica di un pittore, noi per esprimere le nostre  melodie abbiamo scelto la musica metal combinata ad elementi folk, prog e sinfonici. Potevamo scegliere il Folk tradizionale, il rock, la musica orchestrale o qualsiasi altro genere nei confronti dei quali nutriamo (a differenza di molti che si definiscono 'metallari') la più profonda stima e rispetto; ma non ci avrebbero dato modo di esprimere fino in fondo il nostro modo di concepire la composizione musicale.

E come avete affrontato il discorso compositivo dell'album, e quali sono le vostre preferenze a livello di argomentazioni liriche?

Le idee musicali in fase embrionale vengono prevalentemente sviluppate da me, mi preoccupo tra le altre cose del fatto che debbano adattarsi bene alle sonorità di stampo Wind Rose, immaginandomi varie risoluzioni melodiche che maggiormente potrebbero essere valorizzate dai vari strumenti nella buona riuscita complessiva della canzone. Nella seconda fase, altrettanto importante, mi trovo con Claudio e Francesco e tentiamo di riunire linee melodiche, per la maggior parte a sé stanti, a formare un insieme ordinato ed armonioso che si avvicini il più possibile ad avere la struttura di una canzone come classicamente viene riconosciuta (strofa, verso, ritornello etc.). Una volta giunti a questo livello, dopo varie prove (la più importante la buona riuscita delle linee vocali, ma anche delle chitarre), nasce solitamente la prima versione di una canzone. Successivamente viene passata a Federico (Gatti) ed a Cristiano, che penseranno a scrivere le loro parti su questo primo abbozzo, arricchendo il brano con le loro competenze strumentali. E' un meccanismo molto rodato che pensiamo durerà ancora a lungo perchè ci sembra che per ora funzioni ed abbia il suo effetto positivo sull'ascoltatore. A livello lirico invece è di comune accordo che si debba narrare le leggende naniche più evocative, in modo che si sposino perfettamente con la musica che componiamo: sta all'ascoltatore  interpretare il testo anche in maniera più profonda, come tipicamente nel genere fantasy spesso i racconti narrati non hanno solo un significato letterale ma sono allegoria anche di qualcosa di più sottile, il cui significato va scavato, proprio come fanno i nani con le montagne.

Voglio farvi una domanda da profano. Il primo album è intitolato "Shadows Over Lothadruin". Per creare le vostre liriche siete soliti inventare ambientazioni Fantasy di cui scrivere le storie, un po' come fanno da tempo i Rhapsody Of Fire?

"Shadows Over Lothadruin" è stato il nostro primo album, composto ad una età media della band di 18 anni circa, allora eravamo molto giovani e ci preoccupavamo poco di rendere la nostra musica fruibile al "grande pubblico". Ai tempi avevamo l'idea di creare un nostro universo fantasy e scrivere ogni disco, che sarebbe dovuto essere un concept album, per raccontare delle storie ambientate all'interno dello stesso. Progetto sicuramente ambizioso e comunque già percorso (basti pensare ai Fairyland) che in un secondo momento era stato valutato troppo caotico e dispersivo, soprattutto per chi si fosse avvicinato per la prima volta alla nostra band, poichè questo avrebbe dovuto comportare di immergersi nell'ennesimo universo fantasy. Questo sforzo da parte dell'ascoltatore sicuramente non avrebbe giovato alla digeribilità della musica, che probabilmente ne sarebbe rimasta solo appesantita inutilmente. Abbiamo quindi deciso di snellire il più possibile il contesto su cui si muovono le tematiche delle nostre canzoni ambientandole in quello che forse è l'universo fantasy  più conosciuto al mondo, ovvero quello tolkeniano.

Il vostro percorso discografico pare alquanto intricato. Siete partiti con la Bakerteam, approdando poi a Scarlet Records, Iron Wound e infine siete giunti alla scuderia dell'ormai mitica Napalm Records. Penso quindi siate le persone giuste per conoscere la situazione globale del Metal in fatto di labels. Come vi siete trovati con ognuna di esse?

Personalmente penso, ma anche gli altri sono d'accordo con me, che pubblicare i primi due album con una etichetta discografica come Scarlet Records precluda automaticamente ad una band di raggiungere una notorietà internazionale nel proprio genere musicale sin dagli esordi. Non è un caso che la canzone che ci ha permesso di essere conosciuti anche al di fuori dei confini italiani ("To Erebor"), e con conosciuti intendiamo soprattutto per quanto riguarda la possibilità di suonare in eventi musicali di un certo livello (festival, tour di livello professionale), sia uscita sotto un'etichetta scandinava. Purtroppo sarebbe sbagliato dire che in Italia non ci sia la voglia, soprattutto tra le giovani band, di emergere in contesti più prestigiosi; quello che manca sono le realtà che permettono di raggiungere tali traguardi. Un cuoco berlinese che vuole aprire un ristorante italiano in Italia ed aggiudicarsi una stella Michelin studiando o frequentando ambienti culinari italiani in Germania, avrà molta più difficolta rispetto ud un ragazzo italiano che nasce già nell'ambiente e sin da bambino ha modo di sperimentare la grande tradizione della cucina italiana, e di frequentare ambienti di eccellenza ampiamente assorbiti dalla cultura del proprio paese di origine. Questo esempio calza a pennello a mio parere se si pensa alla grande tradizione che ha la musica rock e metal nei paesi nordici, e di quanto chi nasca in certi ambienti abbia la possibilità di ricevere continuamente stimoli e poter dimostrare il proprio talento in contesti adeguati e prestigiosi.  

Avete già visione della vostra attività live prossima ventura? Cosa dobbiamo aspettarci a livello concertistico?

Il nostro obiettivo al livello di live è di offrire delle sonorità quanto più vicine a quello che proponiamo su CD. Data la grande presenza di cori ed orchestrazioni  ci serviremo di alcune backing tracks per creare un impatto sonoro che pensiamo si aspetti sia chi ha già ascoltato 'wintersaga', sia chi sente parlare per la prima volta in sede live di 'Dwarven Metal'. Lasceremo però suonare live le tracce più significative di ogni strumento, poichè crediamo che una buona esecuzione di ciascun strumentista sia la chiave per ottenere il giusto impatto sull'ascoltatore.

Il vostro attuale bassista, Cristiano Bertocchi, proveniente da Vision Divine e Labÿrinth, ha iniziato con voi producendo il vostro primo album. Poi è entrato nella vostra line-up stabilmente. Potete dirci com'é iniziata la vostra collaborazione assieme? Continua ad esser lui il produttore degli Wind Rose?

Cristiano è stato sicuramente un aiuto fondamentale nelle prime fasi della nostra discografia, quando ormai lui era un professionista essendosi esibito in eventi di stampo internazionale, e noi dei ragazzi che ci stavamo avvicinando all'ambiente. La sua uscita da Vision Divine è coincisa con l'inizio in modo ufficiale del progetto Wind Rose, ed in un primo momento lui ci indirizzò nel giusto modo di intendere un progetto musicale a livello professionale, sia a livello di registrazione delle tracce e in generale della produzione artistica. In seguito entrando come membro fisso della band la sua crescita
artistica e la nostra di ex cadetti è stata parallela, fino ormai a considerarci professionisti allo stesso livello. Tuttavia gli anni di frequentazione dell'ambiente che ha avuto in più di noi  spesso si manifestano in consigli sempre utili dettati dall'esperienza.

Bene, siamo alla fine dell'intervista. Chiudete voi salutando/ringraziando chi volete.

Ringraziamo le persone che hanno sempre creduto in noi e nella possibilità che un giorno il nostro modo di fare musica ci avrebbe portato ad essere conosciuti nel nostro genere a livello internazionale, i nomi non sono molti purtroppo ma sono stati fondamentali alla nostra crescita. Inoltre ringraziamo chi si sta avvicinando o si avvicinerà alla nostra musica e farà parte della nostra avventura anche in futuro.

Alessio Secondini Morelli