CRASHDIET - Rust

Frontiers
Tornano in scena i Crashdiet, sleaze metal band degli anni Duemila. La loro storia ha subito un brusco stop in seguito al suicidio del cantante storico Dave Lepard nel 2006. Ora ci riprovano con Gabriel Keyes, e ritroviamo Martin Sweet alla chitarra, Peter London al basso ed Eric Young alla batteria. Questo nuovo lavoro intitolato Rust ci ripropone lo stile che aveva caratterizzato la band fin dal suo esordio. Rock stradaiolo dunque, diretto e aggressivo, fin dalla title track che apre il disco. Into The Wild inizia con un coro che viene integrato da un bel riff. Ancora adrenalina pura con Idiots. In The Maze inizia invece acustica e soffusa per poi dispiegarsi in un'atmosfera tesa e vitale. Anche We Are The Legion inizia acustica per poi trasformarsi in elettrica. Crazy arriva come un treno che ci travolge. Parasite nel titolo ci ricorda un glorioso vecchio brano dei Kiss, antesignani di tanto rock stradaiolo e viscerale. Un arpeggio melodico apre Waiting For Your Love che di fatto è un brano atmosferico dotato di un bel refrain. La grinta ritorna con l'urgenza esecutiva di Reptile. Stop Weirding Me Out prosegue il percorso sempre a metà strada fra rabbia e melodia. L'ultima traccia Filth And Flowers sintetizza tutto questo, ancora un intro acustico per poi offrirci un altro approccio diretto e intriso di vita diffusa. Se amate il rock viscerale da strada i Crashdiet sono un gruppo da seguire. Rust e' un bel disco energetico che si fa ascoltare con piacere. Ci si augura che i Crashdiet abbiano più fortuna di quanta ne abbiano avuta finora, in tutti i sensi. 

Voto: 7/10

Silvio Ricci