STEVIE D. - Torn From The Pages (feat. Corey Glover)

Mighty Music
Mi capita spesso di recensire dischi come questo, ormai. Accade sempre più sovente che personaggi impegnati a lavorare nell'industria musicale internazionale, in qualità di produttori, songwriters, tecnici del suono ecc., siano essi stessi dei musicisti (magari polistrumentisti). E che dopo molti e molti anni di esperienza in studio di registrazione, a lavorare fianco a fianco con artisti anche piuttosto affermati, abbiano anche loro intenzione di... fare un disco. La comodità è: quanti grandi personaggi della scena musicale hai conosciuto durante la tua attività, magari stringendo amicizie importanti con loro... a punto tale da aver la possibilità di chiamarli a suonare/cantare sul TUO disco. E' accaduto con il progetto "all stars" degli Stay Tuned di Bernhard Welz, dei First Signal di Daniel Flores, e non da ultimo degli ottimi Ignore The Sign del tedesco Oswald Pfeiffer. Bene, eccone un altro. Stevie D, al secolo Stephen DeAcutis, polistrumentista/songwriter/produttore/arrangiatore/mixatore attivo nell'industria musicale fin dai primi '80s, in possesso di un curriculum che vanta affiancamenti a produttori come Max Norman e Andy Wallace, e lavorando con artisti come Vanilla Fudge, Vinny Moore, Vinny Appice, Cindy Lauper ecc. ecc. Stevie vuol fare un disco, cercando di mettere in luce le sue capacità di compositore e chitarrista... e decide con l'occasione di sfruttare l'opportunità di gemellarsi, in questo interessante progetto da lui stesso creato, con il cantante dei mitici Living Color, Corey Glover. Ed ecco a noi il risultato di tanto lavoro. Un album intitolato "Torn From The Pages". 13 canzoni contraddistinte da un songwriting abbastanza felice e skillato, con una performance vocale di Glover caratterizzata dalla consueta classe che lo contraddistingue anche nei Living Color, nonché dall'abilità chitarristica di Stevie, dal sapore fortemente Rock-Blues. L'album è stilisticamente in bilico tra l'Hard Rock sciorinato nelle prime 6 canzoni e le profonde riminiscenze di musica nera, tra Blues e Funky/Soul, che caratterizzano invece la seconda parte del disco, anche con largo uso di sezione fiati e cori femminili. In entrambi i contesti la Stratocaster di Stevie e la voce di Corey si gemellano bene, mostrando feeling e profonda conoscenza del linguaggio musicale. Certo, non tutte le ciabelle riescono con il buco. Globalmente, l'album potrebbe dare l'impressione di essere troppo, come dire, "prodotto". Si arriva a pensare, durante l'ascolto, che Stevie abbia deciso di adottare forse troppo rigidamente il formato canzone, togliendo ogni più piccola forma espressiva legata all'improvvisazione, e rendendo il contesto forse leggermente freddo e innaturale. Purtuttavia, se l'intento era dare libero sfogo al songwriting di Stevie, il risultato appare abbastanza egregio. Ora bisognerà vedere se nel futuro il nostro riuscirà a dare una sostanza del tutto personale alla propria abilità compositiva e chitarristica. Magari sempre in coppia con il grande Corey. Buon lavoro Stevie. 

Voto: 7/10 

Alessio Secondini Morelli