SCALA MERCALLI - Independence

Alpha Omega
Quarta release per i marchigiani Scala Mercalli, band che conobbi molti anni fa, in occasione dell’acquisto del loro debut “The 12th Level”. Questo lavoro, giunto alle stampe quattro anni dopo il loro ultimo album, è un concept sulla storia della nostra amata e tanto bistrattata Italia. Oggi, mentre scrivo questa recensione e procedo all’ennesimo ascolto, mi trovo nella mia Sicilia ed, inevitabilmente, alcuni brani acquistano un sapore diverso, sin dall’intro “The Crossing On The Sea (From Quarto To Marsala)”, che con la successiva “The 1000 (Calatafimi Battle)” ci riportano indietro a quell’estate del 1860, durante la quale le truppe garibaldine, mosse dal Regno di Sardegna, arrivarono in Sicilia, per poi risalire lo Stivale, scacciando i Borbone e decretando così la fine del Regno delle Due Sicilie. Libertà, la tanto agognata e desiderata Libertà, soffocata, però nel sangue in realtà come quella della mia amata Bronte, dove nell’agosto dello stesso anno una rivolta contadina venne liquidata con l’assassinio di 5 innocenti, dopo un processo sommario. I primi pezzi sono davvero massicci e lasciano il segno, battaglieri al punto giusto, e supportati, come del resto in tutto l’album da un cantante e da musicisti decisamente oltre la media! Libertà si diceva…essa troneggia già in copertina, con l’omaggio al motto “Unione, Forza e Libertà” della Giovine Italia mazziniana. “Be Strong”, brano scelto come anteprima dell’album, è granitico, epico, un autentico inno, come però molti altri possono esser ritrovati all’interno di questo lavoro che, seppur nella versione digitale che mi è stata affidata, risulta essere curato in ogni dettaglio, comprese le foto che accompagnano i brani, ma di questo vi dirò qualcosa a fine recensione. “The Last Defence (Roma – Gianicolo 1849)” racconta il secondo e definitivo scontro tra la Repubblica Romana e le truppe della Seconda Repubblica Francese, con la vittoria di quest’ultima e la restaurazione a Roma del papato di Pio IX. Battaglia molto cruenta che vedrà tra i caduti anche il colonnello Manara e il giovanissimo Mameli, che aveva composto il testo, musicato da Novaro, de Il Canto degli Italiani; adottato come canto di guerra e inno non ufficiale della stessa Repubblica Romana e che poi diventerà, solo nel 1946 l’inno dell’Italia unita e repubblicana; inno che la band, coadiuvata dalla Corale “Angelico Rosati”, ci offre in chiave metal come chiusura dell’album. Poco dopo la battaglia,la stessa Anita, morirà durante la fuga,e qui troviamo uno struggente pezzo, come una sorta di messaggio d’addio che lo stesso Garibaldi le lascia. “Tolentino 1815”, secondo singolo della band, ricorda la battaglia, avvenuta nei pressi del comune marchigiano, tra le truppe austriache e quelle del Regno di Napoli, guidate da Gioacchino Murat. I fatti si conclusero con la sconfitta di Murat ed il ritorno dei Borbone a Napoli, ma questo episodio è sicuramente considerabile come una delle prime, se non la prima in assoluto, delle battaglie del Risorgimento Italiano. La band ha realizzato un’apprezzabilissima e, per quanto mi riguarda, condivisa scelta nell’adottare come abiti di scena le uniformi di alcuni valorosi corpi che si contraddistinsero proprio durante i fatti e gli anni toccati in questo lavoro. Ecco così che il batterista Sergio Ciccoli, in forza anche agli Otron di Enio Nicolini; veste l’uniforme della Guardia Nazionale, il chitarrista Cristiano Cellini quella garibaldina dell’Esercito ed il cantante Christian Bartolacci quella dei Bersaglieri, queste tre appartenenti alla Repubblica Romana; mentre il Regno di Napoli viene omaggiato dalla bassista Giusy Bettei, Guardia Reale e dal chitarrista Clemente Cattalani, 5° Reggimento Fanteria. Questo è un album da avere e da amare! Fatto con passione ed eseguito con una padronanza strumentale incredibile, oltre ad una voce sempre sugli scudi e a dei cori molto professionali. Un ennesimo esempio di quanto viva sia la scena metal tricolore, per una band che è una realtà sempre più grande e che aspetta di riscuotere il meritato successo anche al di fuori dei nostri confini nazionali! “…spade nel vento, cuore d’acciaio e…ITALIA SARÀ…” 

Voto: 10/10

Francesco Yggdrasill Fallico