Innerload, "Per creare qualcosa di tuo devi tirare fuori quello che hai dentro"

Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai  nostri lettori?

Ciao a tutti, il nostro nuovo album si intitola “AGAIN”, un titolo che racchiude in se tutta la liberazione e l’entusiasmo che, dopo mille vicissitudini e cambi di line-up, ci permette di dire: “Ok, è tutto superato, siamo ancora qui, pronti per cominciare un nuovo viaggio verso nuove destinazioni”. Quindi al suo interno racchiude tutto il lavoro degli ultimi anni e influenze diverse che però mantengono sempre l’identità della nostra musica, portandoci però ad un lavoro più complesso e (speriamo) completo. Il bello di questo disco è che è come uno “scrigno”: ogni sua parte, dalle canzoni all’art-work hanno sempre dei particolari da scoprire, ascolto dopo ascolto. Ma “Again” è anche la nostra filosofia, la logica conseguenza del primo disco “React” in un cammino di crescita che non è solo musicale, è la convinzione che bisogna sempre guardare avanti, non fossilizzarsi, imparare e raccogliere da ciò che è diverso dal punto di partenza. Troverete molta varietà nei pezzi, molta energia… a tutt’oggi ci divertiamo ancora a suonarlo ed ascoltarlo e forse è proprio grazie a questo suo spaziare in ambiti ed atmosfere diverse.

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

Gli INNERLOAD nascono da una storica amicizia tra Musa e Alex alla quale si è aggiunto Cortez, ed alla passione per l’Hard Rock, l’Heavy ed il Thrash Metal degli anni ‘80 /’90. Tutto, come spesso accade, è partito dal proporre le Cover delle canzoni e dei gruppi che più ci piacciono o che, per qualche motivo, ci sono rimaste dentro. Quasi fin da subito però, abbiamo deciso di comporre canzoni nostre, sia perché non ci rispecchiamo nella moda commerciale delle Tribute Band, sia perché riteniamo che, il creare qualcosa di proprio, sia più soddisfacente e piacevolmente complicato. Nella nostra musica sono infatti evidenti le influenze di quegli anni (ci hanno spesso definiti come parte del movimento NWOBHM) ma da subito abbiamo sentito la “necessità” di viverla come modo di comunicare chi siamo, quello che pensiamo, che proviamo… oggi in un mondo che cambia alla velocità della luce. E questa è la bellissima alchimia che ci tiene uniti ormai da più di 10 anni.

Come è nato invece il nome della band?

Il nome è direttamente collegato a quanto appena detto… per creare qualcosa di tuo, devi tirare fuori quello che hai dentro, il tuo Carico (di emozioni, di sentimenti, di energia positiva o negativa che sia, di divertimento, di frustrazioni), da qui INNERLOAD, e cercare di dargli una forma, un senso, una sostanza. E come sempre la musica è il miglior modo di esprimerlo, di comunicarlo e condividerlo. 

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

Pur partendo da un genere metal abbastanza classico, proprio per la nostra identità di INNERLOAD abbiamo sempre voluto parlare di noi, di quello che sentiamo e pensiamo. Ci sono anche pezzi che rimandano alla sfera del magico e fantastico (come “The wizard” del primo album, o “Pirate’s galleon” del nuovo album) ma anche questi sono quasi sempre una allegoria per raccontare i moti del nostro animo. Allo stesso tempo vogliamo essere testimoni del mondo in cui viviamo, quindi molti pezzi parlano in realtà del mondo di oggi, come “Eco-Criminal” che affronta il tema della natura e di come la stiamo distruggendo, o “Tell me why” che è un “grido di vendetta” verso un mondo che pensa solo alla finanza, al business e non mette l’uomo al centro del suo universo. I testi per noi sono una parte molto importante perché portano il messaggio, raccontano una storia, una vita… e cerchiamo in tutti i modi di evitare la banalità. Cortez (che ne è l’autore), dice sempre che vorrebbe avere i sottotitoli durante i concerti, perché i testi, le atmosfere, le storie… sono parte integrante della canzone e fanno apprezzare meglio il pezzo, ti permettono di entrarci dentro e trovarti all’improvviso nel medioevo a sfidare i mari tempestosi… o in una piazza a protestare e gridare “React!” con il pugno alzato - come per l’omonima track del nuovo disco.

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

Penso che da una parte ci sia la certezza di trovare un sound Heavy Metal classico, che abbiamo scoperto essere una esigenza di moltissimi ascoltatori, cresciuti come noi in quel mondo e che a partire dagli anni 2000 hanno fatto fatica a trovare dei degni eredi. Dall’altra come dicevo, in particolar modo l’ultimo album, è pieno di “particolari” interessanti, citazioni, soluzioni musicali, che quindi stimolano un ascolto più attento e non un semplice “consumo” della musica. Il mercato musicale, compreso quello del “metal” oggi è pieno di “prodotti” che si esauriscono in poco tempo, mentre noi abbiamo l’ambizione (ma saranno gli ascoltatori a dircelo) di proporre dei pezzi che vogliono raccontare qualcosa e non seguire una moda. Infine quello che ci hanno sempre riconosciuto è che (non so per quale magia – ma forse è proprio questo il “marchio innerload”) ne escono alla fine sempre dei pezzi molto orecchiabili, l’energia non va mai a discapito della melodia. L’energia e la rabbia non oscurano anche la parte allegra e positiva (come il brano che emblematicamente chiude l’album “Together we stand”) ma si intrecciano e muovono assieme. Non è un genere “settoriale” o “estremo” ma un metal classico molto orecchiabile che può piacere a tutti gli ascoltatori dall’Hard Rock in su. In conclusione quindi è un album vario che non vi stuferete di ascoltare, pieno di energia (di tutti i tipi) che vi permetterà di urlare di gioia o di rabbia, e di cantarlo assieme a noi.

Come nasce un vostro pezzo?

Non c’è un “modus operandi” vero e proprio. Ogni canzone ha una sua storia, può nascere da un riff di chitarra, da un giro di basso o da una melodia vocale…può essere una singola idea già sviluppata, oppure un’idea iniziale che si sviluppa attraverso il contributo di tutti….di sicuro c’è che prima di trovare una conclusione, avrà visto molti futuri possibili…. E’ un metodo di lavoro alle volte molto oneroso, che passa dallo smontare tutto e rimontarlo 10 volte, ma ci permette di sperimentare e non prendere per buona sempre e solo la prima soluzione.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

Ogni brano è legato a qualche ricordo (bello o brutto) o a qualche nota o inserimento che l’hanno cambiato e che per noi lo rendono, in qualche modo, particolare quindi, mi verrebbe da dire che siamo legati a tutti i nostri brani ma, se proprio dovessi scegliere, canzoni come Fake World, Painful Freedom (dal primo album “REACT”) e Tell Me Why, Love Ain’t Justice, React e Together We Stand (dal nuovo album “AGAIN”) ci sono più vicine. Probabilmente la title track “Tell me Why” è quella che meglio riassume tutti i nostri canoni, ma è come chiedere ad un padre quale è il suo figlio preferito…  NB. In questa risposta vi stiamo già dando un “indizio” di uno di quei tanti particolari di cui vi dicevo che sono nascosti nei nostri lavori…

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

Abbiamo un modo di dire che è:” Siamo cresciuti a pane e Metallica”, ma in realtà è solo uno dei gruppi che ci ha fatto avvicinare alla musica suonata. Ognuno di noi ha le sue preferenze, molte delle quali trovano convergenze in comune, potrei elencarti gruppi come i già citati Metallica, poi Megadeth, Iron Maiden, Helloween, Anthrax, Skid Row, Testament ma ce ne sarebbero troppi da elencare e nessuno da prendere come unica stella maestra, anche perché la musica, per quanto legata ad un genere,è in continua evoluzione e c’è sempre qualcosa da scoprire nella nuova come nella vecchia.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?

Con la nuova Line-up che ha visto l’entrata di Tony e Lorenzo alle chitarre, abbiamo finalmente ritrovato stabilità e serenità nel gruppo e le nostre prossime mosse saranno quelle di suonare, suonare e suonare ancora, sia dal vivo che in sala prove…..e scrivere quello che sarà il prossimo album. Per essere liberi di muoverci in questo senso, ci siamo affidati alle mani esperte della “Irukandji Booking Live Promotion” che si sta già adoperando sia per la promozione che per i Live ed alcune date importanti ci sono già. Sicuramente il 26 Ottobre 2019 avremo il “battesimo” del nuovo album con il release party, cui parteciperanno gruppi di rilevanza nazionale e internazionale come i “Crisalide” e i “Perpetual Fate”. E’ già ufficiale la data con i “Vomitory” storica band svedese con 8 album alle spalle editi con la Metal Blade, che si terrà il 27 settembre 2019. Però il pezzo forte non è ancora ufficiale… quindi non possiamo ancora svelarlo… ma rimanete sintonizzati sul nostro profilo facebook o sito www.innerload.com... Perché sarà davvero una fantastica sorpresa!

E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

Penso che i tempi siano tutt’altro che maturi per pensare a questo ancora. Ci piace stare con i piedi per terra e raggiungere gli obbiettivi un passo alla volta e di sicuro questi sarebbero due bellissimi obiettivi….chissà, un giorno…

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

La scena musicale Italiana è ricchissima di ottime Bands di tutti i generi e sotto-generi, mi riferisco ovviamente a chi fa musica propria e non alle tanto in voga Tribute Bands perché, con tutto il rispetto parlando, per quanto brava o simile possa essere una Tribute Band, per me, resta sempre qualcosa di impersonale. Purtroppo però questa è la moda degli ultimi anni. Se sommiamo questo alla chiusura di molti locali storici che proponevano musica live e al modo di usufruire della musica delle nuove generazioni, e non mi riferisco tanto alle piattaforme streaming, che di per se possono essere un incentivo alla divulgazione, ma più all’approccio alla musica che si sta creando… questo sentire senza ascoltare; questo sezionare brani da dischi togliendoli da un contesto più grande come accade con i concept album; questo creare playlist di canzoni, di cui non si conosce il titolo, di Bands di cui non si conosce nemmeno il nome; questa musica che riempie il sottofondo della nostra quotidianità, a cui stiamo cominciando a non farci più caso…beh, il quadro non è per niente roseo, ma non solo in Italia...comunque, finchè ci sarà chi continua a prendere in mano una chitarra, una bacchetta, un microfono, ci sarà speranza di ridare il giusto valore alle cose.

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

Si! Maledetto Napster!..Ahahah, ovviamente scherzo! Come tutte le cose, Internet, se usato nella maniera corretta può rivelarsi un ottimo supporto, soprattutto per chi si affaccia ad un mercato, l’importante è non farsi manipolare, non pensare che sia miracoloso, e non demonizzarlo. Per il momento noi stiamo spingendo ancora i canali tradizionali, ma con la nuova gestione e promozione, stiamo lavorando anche molto al digitale, ai social media perché al giorno d’oggi sono comunque un “biglietto da visita”. In generale pensiamo che comunque oggi il mondo musicale passa (e anche molto) per internet, quindi è inutile protestare o pensare da “vecchi” (“era meglio quando non c’era…”), ma prenderne atto e usarlo al meglio. Non a caso abbiamo appena rilasciato il nostro nuovo sito internet www.innerload.com che ci sta portando visite dai posti più disparati ed impensati del mondo.

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

Non ci riteniamo dei talenti quindi faccio fatica a risponderti. Ma diciamo che ci permette di spaziare e proporre delle soluzioni anche non banali. Per noi conta sempre di più la canzone che il singolo “virtuosismo”.

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

Potrei darti una lista lunghissima… ma posso dirti che siamo sempre aperti a collaborazioni e contaminazioni.

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

Certo! Innanzitutto vorremmo sempre ringraziare chi si segue e sostiene da anni, ma non posso che invitarvi ad ascoltare il nuovo disco “Again” e a seguirci su Facebook o sul nostro sito www.innerload.com e dirci cosa ne pensate. Noi stiamo già gettando le basi del prossimo lavoro, ma vorremmo il vostro feedback e contributo. Again è un disco che non vi stancherà e che parla anche di voi, che abbiamo scritto pensando a voi, e a tutto l’Innerload che voi e noi abbiamo dentro e che possiamo tirare fuori. Prendetelo come una terapia: dopo averlo ascoltato starete meglio. Lo potete acquistare assieme anche al nuovo merchandising, direttamente dal nostro sito www.innerload.com. Siamo sicuri che nel nuovo album potrete trovare molte cose interessanti, dovete solo sperimentarlo, ascoltarlo, alzare il volume, chiudere gli occhi e viaggiare con noi.

Maurizio Mazzarella