CHERNOTA - When My Blood Runs Cold

Blasphemous
Dalla sperduta, ed ai più sconosciuta, area della Russia chiamata Udmurtia, una terra immersa nella pace secolare dei boschi lussureggianti, proviene questo bestiale e selvaggio Black Metal duo, che risponde al nome di Chernota, ed è composto dalla screamer/liricista Marina Kuznetcova e dal compositore/arrangiatore/addetto al mixing & mastering (non ho capito bene se anche strumentista) Leo Odintcov. "When My Blood..." è il loro album d'esordio, in uscita per Blasphemous Rec. il 13 di settembre prossimo venturo. Premetto che il genere proposto è puro Black Metal, selvaggio ed indomito quanto relativamente minimale, tipico dei giganti norvegesi quali Darkthrone et similia. Né più né meno. Gli stilemi di detto genere sono pochi e familiari per tutti oramai: screamy vocals, ritmi violenti e pesantissime chitarre in modalità "open strings" atte ad intessere partiture pregne di maledette e sinistre scale frigie e tritonali, per un risultato oscuro come la pece. Ciò nonostante, quel che caratterizza il duo in questione è l'uso dell'espressività tipica del Black Metal... non semplicemente per le solite puerili esaltazioni di qualche improbabile satanasso, bensì... allo scopo di addentrarsi, con linguaggio relativamente filosofico, nei meandri del lato oscuro della mente umana. Cercando di sviluppare empatia e comprensione con i comportamenti peggiori della natura degli uomini. Il risultato globale, pur sviluppato entro il limite dell'appartenenza al genere suddetto, non è assolutamente disprezzabile. Anzi brani come "Solipsist" e la title-track sembrano scavare, a livello lirico, più a fondo dei soliti cliché demoniaci, allo scopo di capire, comprendere, assimilare detto lato oscuro e selvaggio, per cercare di interiorizzarlo e controllarlo con più consapevolezza. Non risvegliamo il Signore delle Mosche dell'omonimo romanzo di Golding, insomma. Cerchiamo invece di comprenderlo e studiarne meglio l'esistenza e l'origine. A livello musicale, non possiamo certo gridare al capolavoro per "When My Blood Runs Cold". Tuttavia, visto il particolare concept illustrato nei testi, e visto anche l'impegno che traspare nella realizzazione dell'album in questione (il quale, ricordo, conserva pur sempre un minimalismo ormai di maniera nel Black Metal), un 8 è ben meritato. 

Voto: 8/10 

Alessio Secondini Morelli