RAMMSTEIN - Rammstein

Universal
I Rammstein svettano nuovamente con un nuovo album, dopo diversi greatest hits e live assortiti, dal lontano “Liebe ist für alle da” del 2009. Che cosa siano i Rammstein non è neppure da spiegare, una macchina da guerra granitica e massiccia che propone in questo album omonimo undici tracce ottime. Vado ad ammettere che per un lavoro come questo, così tanto atteso che farò una cosa inconsueta, ovvero il tack by track dell’album. Potremmo definire questo “Rammstein” una vera e propria badilata in faccia a tutti, non certo il miglior loro album ma è tra i primi tre di tutta la loro discografia. Strutture compositive ben rodate e conosciute, ma che a differenza di quanto si potrebbe immaginare non stanca minimamente, chitarre granitiche con il tipico suono Rammstein, loop e synth sempre presenti ma mai invasivi e con delle “variazioni sul tema” di altissimo livello. Sessione ritmica ottima, come sempre, con la combinazione della batteria ottima ed un basso assolutamente geniale che permette di conglomerare tutto in modo speciale. La voce che oltre ad esser trademark della band ha delle sfumature ottime e ovviamente con il cantato in tedesco tutto è più “marziale” ed “evocativo”. Le prime due tracce sono i primi due singoli fatti uscire dalla band. Canzoni che sono massive e che sono ovviamente molto importanti non solo a livello sonoro ma anche a livello visivo. “Deutschland” è un video che va oltre il concetto di singolo e di video musicale, vi consiglio vivamente di vedere la versione “lunga” del video. Mentre “Radio” ci riporta sia ai Kraftwerk ed al loro kraut rock elettronico ed al tipico stile delle orchestre anni 20 del secolo scorso. Si va poi ad “Ausländer” altro singolo divenuto video che racconta una triste verità ma nel modo tipico dei Rammstein. “Zeig dich” fa quello che non ci si aspetta dal gruppo teutonico “Puppe” e “Sex” ci riportano ai tempi di “Reise, reise”, ma con una marcia in più. Sarà la voce di Lindemann, saranno le tastiere che sono più presenti rispetto al passato, ma sta di fatto che il risultato è ottimo. Si torna invece alle atmosfere di “Mutter” con la traccia “Diamant”. “Was ich liebe” è direttamente uscita dal loro primissimo periodo, ricorda per attitudine “Seemann” ma meno sognante e più “malata”. “Weit Weg” mi ricorda nuovamente i Kraftwerk, ma in versione più pesante. “Hallomann” una canzone melanconica con un riff accattivante ed un ritornello molto ipnotico. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a dei rimandi di “Rosenrot” e non solo. Altra traccia “Tattoo” che porta nuovamente la band a granitiche soluzioni sonore. Che dire… ottima prova della band, undici tracce che non solo ricordano chi sono i Rammstein e che cosa sono in grado di fare, questo album omonimo dimostra oltre ogni ragionevole dubbio che la band sa cosa fare. Si spera solo che non si debba attendere altri dieci anni per un nuovo album.   

Voto: 9,5/10 

A.S.