THE RODS - Brotherhood Of Metal

SPV
The Rods. BELLI DE CASA!!! Qualche metallaro attempato sarà contento del ritorno, avvenuto ormai 8 o 9 anni or sono, di coloro che fin dai primi anni '80 sono stati tra i prime-movers della scena U.S. Metal. Ed ecco "Brotherhood Of Metal", il nono album (terzo dalla riformazione) del Power-Trio più metallico d'America (seppur anche i canadesi Exciter... mica fischiano!). I nostri, ovviamente, si presentano con la formazione storica: quella che vede il chitarrista/cantante (nonché cugino di sangue di Ronnie J. Dio) David Feinstein, il batterista Carl Canedy ed il bassista Garry Bordonaro. Dopo oltre vent'anni di pausa, i nostri si sono sempre tenuti in contatto (dopotutto, vivono tutti e tre nello Stato di New York). E appena i tempi si sono rivelati giusti... rieccoli a devastare palchi e sciorinare decibel e decibel di metallo fuso anche su vinile. Non ho ancora avuto modo di ascoltare i due predecessori di questo "Brotherhood...", ma vi posso dire che lo Spirito del Metallo qui rimane intonso, nonostante l'età galoppante. La title-track da il via alle danze con un paio di minuti di piano/voce, dove Feinstein ha modo di cantare in maniera alquanto convinta il refrain principale del brano, che viene poi riproposto più corale ed assieme più ritmato all'attacco della traccia vera e propria. Ma un po' tutto il disco si compone di inni metallici alquanto manieristici. A partire da "Smoke On The Horizon" e "Louder Than Loud", per continuare poi con "Tonight We Ride", la satanica "The Devil Made Me Do It"... e soprattutto la celebrativa "1982". Nel testo della quale Feinstein decanta un elenco di bands e musicisti che in quel mitico anno sono stati protagonisti della scena metallica internazionale. Interessante! Anche se ci troviamo difronte ad un disco un po' ridondante, fatto di pochi e reiterati stilemi, soprattutto riguardo i refrain anthemici (e di sicuro dal vivo i nostri faranno cantare in coro il pubblico con più d'una song presente, essendo questa una caratteristica peculiare dei The Rods in veste live), tuttosommato voglio elargire un bel voto al disco dei The Rods, poiché la loro presenza sulle scene ancora oggi, ripeto nonostante l'età galoppante, significa molto per la scena Metal internazionale. Essendo considerabili come uno di quei nomi "di culto" del magico decennio degli '80s. Forza e avanti tutta ai ritrovati The Rods quindi, sperando che continuino a "metallizzare" le nostre orecchie ed a farci pogare come addannàti. Aspettiamoli in tour. 

Voto: 7,5/10 

Alessio Secondini Morelli