ROINE STOLT'S THE FLOWER KING - Manifesto Of Alchemist

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Roine Stolt e' una figura apparentemente defilata ma che opera fin dagli anni Settanta nell'ambito del rock progressivo. Lo ricordiamo con i Kaipa, pionieristica band svedese, e poi con svariati progetti solistici o con i The Flower Kings. I piu' attenti sapranno della sua partecipazione ai Transatlantic, progetto di Mike Portnoy dei Dream Theater.Questo nuovo Manifesto Of An Alchemist esce sotto il monicker Roine Stolt's The Flower King e ci consegna ancora una volta una musica articolata, ariosa e dilatata. L'artista vuole suggerire una sorta di richiamo a un'idea hippy della vita e della musica. Dopo la breve intro Rainsong arrivano i dieci minuti di Lost America. Tutti i brani sono mediamente lunghi, l'azione musicale si dipana dolcemente e con morbido incedere. Ze Pawns inizia in modo soffuso per poi svilupparsi in crescendo. High road con i suoi oltre dodici minuti e' la traccia piu' lunga dell'album. La chitarra del leader ci prende per mano e ci accompagna in un bel viaggio ricco di colore. Echi degli Yes emergono con delicata evidenza. Rio Grande inizia con una batteria incalzante e con effetti sonori pinkfloydiani che ci conducono poi verso un'atmosfera tesa e spezzata. dove il ritmo ci sostiene fino alla fine degli otto minuti di durata del brano. Next To A Hurricane e' un brano soffuso e suadente. The Alchemist e' uno di quei pezzi per cui la definizione generica di rock progressivo calza a pennello. E' musica che potrebbe andare in mille direzioni diverse, dal riff rock all'andamento jazzato passando per svariate suggestioni ritmiche e armoniche. Baby Angels e' un'eterea canzone acustica intrisa di infantile e disarmante approccio. Atmosfera onirica e disarmante e' la misura primaria di Six Thirty Wake Up. Il disco si chiude con i dieci minuti di The Spell Of Money, uno dei pezzi piu' riusciti dell'intero lavoro. Un altro viaggio fascinoso e caleidoscopico che alla fine ci lascera' pervasi di una bella sensazione di espansione e di "progressiva" attitudine. Dischi come Manifesto Of An Alchemist sono la riprova di come la musica prog anche quando non inventa nulla di nuovo conserva tutto il suo fascino evocativo. 

Voto: 7/10 

Silvio Ricci