RED DRAGON CARTEL - Patina

Frontiers
Secondo album per i Red Dragon Cartel, nuovo progetto del chitarrista Jake E. Lee, che rimane nella storia per aver militato nella band di Ozzy Osbourne dopo la tragica morte di Randy Rhoads. Non bisogna dimenticare però gli splendidi Badlands, che purtroppo durarono lo spazio di due dischi, troppo poco. Questo nuovo album, ‘Patina’ ha un forte legame proprio con i Badlands, hard rock sanguigno, un pizzico di blues, e il tocco inconfondibile di Jake, un chitarrista che a mio avviso ha raccolto poco nella sua carriera in rapporto al suo enorme talento. ‘Patina’ non sarà un disco che rimarrà negli annali dell’hard rock, però si fa ascoltare senza problemi, e contiene alcune buone canzone. La formazione oltre al buon Jake comprende Darren James Smith alla voce (Harem Scarem), Anthony Esposito al basso (Lynch Mob) e Phil Varone alla batteria (Saigon Kick, Skid Row), insomma musicisti che da anni sono nel music business. Dieci tracce che hanno un solo comune denominatore: l’hard rock. Molto buona la produzione ad opera di Jake E. Lee e Anthony Esposito, coadiuvati in fase di mixaggio dal grande Max Norman, un nome una garanzia. Un sound vero per tutti gli strumenti, niente suoni plastificati o come si usa dire “boombastici” non avrebbe avuto senso.Il genere proposto si muove naturalmente fra sfumature hard rock ed altre più heavy, con riferimenti sia ai precedenti progetti in cui è stato coinvolto Lee, sia alla scena più moderna: tradizione ed innovazione assieme, insomma! Ma basterà per fare meglio del precedente lavoro? Scopriamolo assieme: l'album si apre con Speedbag, caratterizzata tanto dai riff muscolari dell'axeman, quanto dalla bella voce graffiante di Darren James Smith, storico singer degliHarem Scarem; il pezzo in sé per sé non è fra i più indimenticabili ascoltati negli ultimi anni, ma si fa comunque apprezzare e regala, fra le altre cose, un piacevole assolo. Più classica e bluesy, nonché nel complesso più accattivante, risulta essere Havana, molto ben costruita e benedetta da una convincente prestazione di tutti i musicisti coinvolti, fra i quali vanno segnalati anche il bassista Anthony Esposito (Lynch Mob) ed il batterista Phl Varone (Saigon Kick,Skid Row). L'abilità del chitarrista, negli anni, è rimasta fortunatamente invariata, come dimostrano anche le ottime parti ritmiche di Crooked Man. The Luxury of Breathing, più fumosa, è un po' sorprendentemente uno dei migliori pezzi del lotto, assieme alla successiva Bitter, un classico, ma validissimo brano hard rock, con chitarre affilate e linee vocali coinvolgenti. Il basso di Esposito apre Chasing Ghosts, canzone più cupa ed oscura, ma ugualmente pervasa da un grazioso spirito retrò che non fa mai male; peccato solo il ritornello un po' carico di effetti, non brillantissimo e che riporta un po' troppo alla mente la produzione del vecchio Madman: un vocalist come Smith, riteniamo, non ha alcun bisogno di scimmiottare Ozzy! A Painted Heartprosegue su questa falsariga un po' più dark, ma somiglia stavolta ad una versione meno opprimente degli Alice in Chains; nel complesso, benché la canzone non sia affatto malvagia, ci sentiamo di consigliare il pezzo successivo, Punchclown, che ci riporta su lidi hard rock più congeniali ai nostri. Sfortunatamente, l'album cade proprio in prossimità del finale: My Beautiful Mess, ad eccezione di un assolo davvero splendido di Lee, è un pezzo francamente dimenticabile ed anche Ink & Water, pur essendo migliore, non conosce miglior sorte.Consigliato agli amanti del genere, ci auguriamo che RED DRAGON CARTEL si consolidi nella line up per assurgere allo status di vera e propria band, e non di progetto più o meno estemporaneo, dando così a tutti noi maggiori garanzie future di continuità stilistica e, soprattutto, qualitativa. 

Voto: 7,5/10 

Bob Preda