RAVENOUS DEATH - Chapter of an Evil Transmission

Memento Mori
Se avete fame di metal estremo vecchia scuola, di riffoni nerissimi, maligni e vocioni gorgoglianti questo debutto farà sicuramente al caso vostro. Basta guardare la copertina, che sembra tratta da un fumetto della gloriosa e compianta EC Comics, ovvero una delle case editrici horror più amate. Un disco che puzza di zolfo, death metal e metal estremo old school lontano un miglio. L’opener “Prelude to evilness”, è fatto da chitarre maligne e dissonanti, voci possedute e pochi tocchi di batteria; un climax decisamente maligno e infernale quello evocato da questi messicani, che vogliono aprire i cancelli dell’inferno. “Doomed to exist”, è irosa, furia pura di death metal vecchia scuola munita di blast beats e riffoni compressi e vocione cavernoso e gorgogliante. La sezione ritmica alterna tempi veloci a blast beats e il riffing delle chitarre è tipicamente incentrato sulla vecchia scuola anni 90; all’interno tempi più cadenzati dove le chitarre compongono solos lancinanti. “Harvesting hate” ti spiattella contro il muro la malignità fatta a musica; tempi veloci di batteria, chitarroni marcissimi e un growl gorgogliante proveniente dall’abisso dell’Ade. Ci sono anche parti più serrate con gran lavoro di batteria, melodie maligne e sfuriate in blast beats; non solo c’è anche un solo melodico a contrastare l’impatto della proposta. “Cursed origin” è distruttiva con il suo blast beats senza pietà, stop and go, note di basso e riffing che più death metal non si può. Un vortice di pura malignità estrema, cambi di tempo serrati e marcia compatta; ci sono anche tempi più lenti, ragionati per dare respiro ma sono solo una breve parentesi prima della ricorsa. “The sinister being” inizia con un riff che più maligno e dissonante non si può; al quale si aggiungono a dar manforte gli altri strumenti, poi ecco il blast beats aggressivo e una marcia distruttiva veloce e sincopata. Il brano non conosce pause, la sua vera natura è maligna, senza compromessi; c’è anche un gustoso intermezzo venato di black/death dove la chitarra fa una scala dissonante e nerissima. Cosa dire se non che a volte la vecchia ricetta funziona meglio di nuove formule astruse per seguire la moda; questi messicani non inventano nulla, ma è come si applicano e la applicano che rendono il disco gustoso, feroce e marcissimo; in due parole, death metal. 

Voto: 7.5/10  

Matteo”Thrasher80”Mapelli