NORDIC UNION - Second Coming

Second Coming
L’idea dei Nordic Union nasce nel 2015 dall’estro di uno dei più talentuosi volti nuovi dell’hard rock scandinavo, quel Erik Martensson che a cavallo degli Eclipseha saputo rendersi negli ultimi anni autentica punta di diamante dell’intera scena. La base, una serie di canzoni scritte pensando ad una voce in particolare, quella dell’eterno ed inesauribile Ronnie Atkins, leader dei Pretty Maids, condottiero di lungo corso a cui vanno attribuite alcune delle pagine migliori del melodic rock dal 1985 ad oggi. Uno, per farla breve, che non ha praticamente mai sbagliato un colpo o patito un passo falso, nemmeno a volerlo cercare con la proverbiale lanterna. Dall track list,il primo brano di cui voglio parlare è "Because of Us". Inizia con un coro di voci bianche per poi decollare con grazia e dirompenza verso un ritornello che galoppa senza via di scampo. Una sezione ritmica perfettamente affiatata, e una convinzione che non lascia indifferenti. "It Burns" si apre con la dolcezza di un piano appena accennato, per poi esplodere tanto da farci "bruciare" insieme. Arriviamo a "Walk me Through The Fire": in questo pezzo ci sono tutti i classici elementi degli Eclipse. Parliamo delle metriche, riffs, perfino la voce di Atkinson sembra ricalcare le tipiche linee del collega e, se da un lato è comprensibile, dall'altro spiace un po' confondere le identità al punto di pensare che potrebbe tranquillamente finire in scaletta dell'una o dell'altra band senza dar fastidio. "New Life Begins" si candida invece tra i pezzi migliori del disco: una bellissima mid tempo con tutto lo struggimento scartavetrato che la voce di Atkins riesce ad evocare. Un incedere poderosamente romantico, un testo di una dolcezza che quasi fa a pugni con la cattiveria disperata che emana il cantato. Quasi da lacrimuccia insomma: con un solo elegante e pulito che riecheggia sopra ogni cosa fino a quel "you woke me up when my dreams were fading"che fa venire la pelle d'oca. Degno di nota, per chi forse ancora non ne avesse idea, quello che si legge alla voce "band": Lead & Rhythm Guitar, Bass, Keyboards and Backing Vocals sono tutte opera di Martensson, che è anche produttore dell'album nonchè prolifico scopritore di talenti e autore per un numero imprecisato di artisti. "The Final War" sfocia nel metal, ma non lascia il segno, mentre "Breathtaking" toglie effettivamente il fiato per il livello di intensità interpretativa di un testo impegnato e un ritornello impossibile da non memorizzare al primo ascolto. Un messaggio polemico e rabbioso che inneggia allo sdegno nei confronti delle ingiustizie che attanagliano il mondo. "With our blood stained hands".... "for us there's no escape" canta la voce disperata di Ronnie, e su "They are-they are breathtaking" l'headbanging parte con le cuffie sulla testa. Super coinvolgenti le dinamiche destabilizzanti lungo tutto il pezzo che fanno effettivamente mancare il respiro. "Rock's Still Rolling" sfodera poi un giro blues inaspettato e una linea di basso cattivissima, anche se non viene voglia di riascoltarla più di un paio di volte di fila, mentre "Die Together" ha un'essenza più pop, delicata e nostalgica. Ed eccoci a "The Best Thing I never Had", con tastiere e chitarre gonfiatissime, un mood che rimane costante e deciso senza però mai decollare. "Outrun You" chiude la tracklist con cattiveria condita di parti acustiche, un pizzico di clichè e qualche momento di noia. Non si può dire che non ci sia ottimo materiale da ascolto su questo disco, nè che la produzione non sia di ottimo livello. Manca forse ancora la definizione di un'identità più specifica di un progetto che, comprensibilmente, incorpora un moltissimi elementi tipici delle rispettive aree di provenienza dei suoi membri. Consigliato se non conoscete gli Eclipse e i Pretty Maids. 

Voto: 8,5/10 

Bob Preda