ARTAS - Ora et Gomorrha

Autoprodotto
Ci sono gesti che superano le cosiddette barriere linguistiche; infatti se guardate bene la copertina del terzo album di questi austriaci non è difficile capire il messaggio che lanciano. Terzo lavoro autoprodotto dopo due album sotto l’egida della conterranea e illustre Napalm Records, i nostri scagliano ancora con più veemenza il sasso non cambiando di un millimetro il passo a otto anni dal precedente “Riotology”. Un disco che respira chaos, distruzione, ribellione sociale e tanto metalcore. La cosiddetta “Intro” ci illustra lo scenario dipinto dalla band; arpeggi cupi e rumorismi di fondo tra scariche elettroniche e campionamenti; il caos ha inizio ora. “Gegen dich”,riffing cupo e con partenza irosa, si sente che la band che conosce bene le regole del gioco. Brano diretto, con riffing taglienti che prendono aperture melodiche e cambi di tempo ma non arretrano di un millimetro con un chorus melodico; il brano poi deflagra con growl e riffing stoppati. “Nick und brick” sembra tranquilla con un arpeggio e tocchi di bacchette a dare il tempo, ma poi ecco l’incedere tellurico di batteria e riffing spessi di chitarra e vocals aggressive declamatorie. Tutto qui reclama la rivolta sociale; riffing cupissimi di marca thrash; mid tempo pesante e vocals spesse come lastre di granito e un chorus marziale; c’è anche un cambio di tempo dove viene inserita una gustosa parte rappata. “Wiener verhaltnisse”, è un fuoco di fila di devastante metalcore; riffing pesantissimi, mid tempo con accelerazioni e screaming intervallati da growl cavernosi. A rendere più diretta la formula un chorus da cantare ma con l’impatto heavy sempre sulle barricate. “Vida vale madre” è un brano che viene cantato tutto in lingua ispanica; mid tempo stoppato con riffing dal taglio moderno e con aggresività swedish. La sezione ritmica è dotata di buona tecnica e il singer divide bene il suo spettro vocale con toni più sporchi, puliti e urlati; la melodia c’è dosata a dovere ma senza risparmiare il taglio aggressivo da battaglia urbana del brano; una canzone perfetta per i tempi che viviamo. “Feindbild” inizia con un arpeggio minaccioso dal taglio moderno, poi ecco che i riff taglienti aprono ad un brano metalcore; l’aggressività e la voglia di gridare al cielo la ribellione sociale è palpabile. La marcia è sostenuta da cori e chorus puliti che ti entrano in testa, i riffing stoppati la fanno da padrone con una produzione potente e pulita; il singer offre una prova degna dello stile che porta con vocals aggressive e melodiche. Un disco che è il terzo prodotto per questi battaglieri austriaci che non fanno sconti a nessuno; buon disco ma che forse sarebbe stato più digeribile asciugato di qualche brano, essendo composto da sedici tracce che comprendono anche brevi strumentali che legano l’album un po’ pesantine da reggere. 

Voto: 7.5/10  

Matteo”Thrasher80”Mapelli