THE SACRIFICE - The Sacrifice

Season Of Mist
I Sacrifice sono una sorta di progetto parallelo per andare indietro nel tempo; ovvero negli sfolgoranti, superficiali, eccitanti e glamour anni 80. Già perché questo progetto parallelo creato da due membri del gruppo Panzer Flower, una band elettronica occitana ha quell’obbiettivo. Ovvero proporre una miscela eccitante e tutta da ballare e cantare ispirata alla synthwave che andava di moda allora; e che faceva faville in certe colonne sonore come in certi telefilm allora di moda come Miami Vice. L’opener “Redemption”, ci catapulta in questa zona ad alto rischio di ballabilità; dove i Depeche Mode incontrano i Visage. Batteria elettronica, riffing dal sapore darkeggiante di tastiera, voce profonda e calda e un ritornello tutto da cantare dall’ascendenza pop, un bell’esempio di musica adatta per una festa al buio in piscina all’aperto d’estate. “Order of disorder”, up tempo anche questo tutto da ballare con le tastiere che menano le danze e la batteria elettronica che ci proietta nello spazio infinito. Il chorus è ben fatto, non sarà metal ma ha un piglio con cori irresistibile, effetto sonori con laser e spaziali sembrano presi da un film di fantascienza tipico di quell’epoca. “Violent devolution” sembrano i Depeche Mode di quel tempo; batteria elettronica incalzante, synth darkeggianti e una voce profonda e ricca di sensualità. La melodia aiuta, ma soprattutto il brano è ben fatto e scritto con i synth che svolgono un compito non facile; trasportare sensazioni così antiche nel tempo recente ed emozioni non è facile e c’è anche un riff di chitarra, cosa volere di più? “Aurora” è un brano strumentale che se fosse stata un’epoca diversa, avrebbe fatto bella mostra col suo bel videoclip su Deejay Television, che ricordi! Brano dalla melodia che acchiappa, synth spaziali, qualche effetto di chitarra e mid tempo della drum machine, non manca nulla. “Endless night terror” sembra scippata a John Carpenter; sarebbe il brano ideale per uno dei suoi film. Sintetizzatori dalle note basse e minacciose, cantato profondo con cori; melodie pop e un chorus retto da tastiere synthwave da paura. Un disco che porta indietro con la memoria e i ricordi; certo non è metal ma chi se ne frega; la musica è ben fatta e prodotta e voglio vedere chi non batte il piede a tempo, perciò dategli una possibilità, potrebbero dare dipendenza. 

Voto: 7.5/10  

Matteo”Thrasher80”Mapelli