EVERGREY - The Atlantic

AFM
L'undicesimo album degli svedesi Evergrey, in uscita il 25 gennaio dell'anno prossimo, rappresenta il termine della trilogia aperta con i due precedenti "Hymns For The Broken" e "The Storm Within", e ci permette di fare un po' il punto della situazione per quanto riguarda gli attuali confini dei vari generi musicali. Anzi direi, dei vari sottogeneri dell'attuale panorama Metal. Perché i nostri hanno deciso, particolarmente stavolta, di trascenderli, allo scopo di raggiungere un risultato artistico di un certo rilievo. "The Atlantic" si presenta come un disco particolarmente introspettivo. E nelle parole del leader e compositore Tom Englund, sta a simboleggiare una sorta di viaggio nell'interiorità dell'animo umano, similare alla rotta di una nave attraverso un vasto oceano. Da qui il titolo (e la bellissima copertina che lo rappresenta). E dunque, i nostri adottano un'espressività musicale, se vogliamo, d'impronta relativamente Prog. Ma per la durata di tutto l'album troviamo uno splendido feeling "melanconico", similare al mood che anima grandi gruppi come, ad esempio, Anathema e Amorphis, associati a chitarre molto heavy, se vogliamo, spesso accostabili allo stile "Djent" di certo Prog Metal più attuale. Gli arrangiamenti sono moderni e curatissimi, e le songs, soprattutto per quanto riguarda le parti vocali, hanno un feeling che accosta i nostri alle sonorità attuali di gente come Alter Bridge, Killswitch Engage, Avenged Sevenfold. Il tutto sovrastato, come dicevo, da un'atmosfera estremamente intimista ed evocativa da "viaggio catartico" nelle acque della dimensione più profonda della nostra esistenza. In questo disco non è chiaramente possibile far riferimento ad un solo ed esclusivo stilema musicale. In fase di composizione i nostri si sono sentiti liberi di spaziare in senso trasversale, di cucire assieme gli elementi che ritenevano opportuni da adottare. E il risultato è sicuramente molto apprezzabile. Soprattutto perché Englund nei suoi cantati preferisce non avvicinarsi neppure lontanamente all'espressività scream/growl, che spesso e volentieri fa capolino più volte nei dischi di bands similari... ma che per la stessa natura del lavoro in questione, ed anche perché probabilmente gli Evergrey non le hanno mai utilizzate in precedenza, saranno state considerate del tutto fuori luogo (per fortuna, direi). Semplicemente, qui è stato creato un mood di base, l'idea del viaggio "oceanico", e tutti gli sforzi compositivi sono stati mirati al raggiungimento dello scopo preposto, mantenendo una performance vocale chiara ed adulta, in modo da esprimere il concetto senza sbavature. Un album di natura piuttosto adulta ed intimista. E non mi stupisce, tra l'altro, se il raggiungimento della compiuta realizzazione di "The Atlantic" possa essere di per sè considerato un viaggio similare per gli stessi Evergrey. Per rafforzare l'idea, i nostri hanno anche preparato una versione video dell'intero album, il quale mostra semplicemente l'inquadratura in bianco e nero di un panorama oceanico durante un viaggio su una nave. Personalmente ho preso visione solamente del video della prima, emblematica traccia "A Silent Arc". Ovviamente, album e video-album sono consigliati solamente a chiunque si consideri estimatore di certe sonorità fortemente "introspettive" e "melanconiche" del metal. 

Voto: 7/10 

Alessio Secondini Morelli