CIRCLE CREEK - Past Presents Future

NRT
I Circle Creek sono una band che lo scorso 5 ottobre ha fatto ben 35 anni di carriera, suonano un mix tra hard rock, grunge e stoner che colpisce già al primo ascolto. Strutturalmente il lavoro risulta piuttosto compatto e ben calibrato, ma non eccessivamente incisivo. Sia chiaro è un lavoro buono, magari un filino corto e con una non ben chiara anima. Nel senso che pur essendo interessante anche al primissimo ascolto alcune scelte di post produzione e di arrangiamenti a volte non si comprende fino a che punto la band si voglia spingere. Nel senso che la base hard rock e blues c’è ed è indubbia, quello che meno si comprende è la voglia di inserire altre scelte di genere ma non al punto tale da ottenere una soluzione definita, un pochino in versione “vorrei ma non posso” o peggio “vorrei ma forse è troppo”. Il non voler osare fino in fondo riduce di fatto la risposta delle note alle orecchie dell’ascoltatore. Di certo la proposta dei Circle Creek potrà essere apprezzata se ascoltata più volte La cosa dispiace, perché si sente che il combo teutonico ha stoffa da vendere ed esperienza di altissima caratura e forse ci si sarebbe attesi che sarebbero stati in grado di sconvolgerci con il loro suono. A livello di registrazione e post produzione la band ha fatto un ottimo lavoro rendendo il proprio sound molto grezzo, ma non scontato o prevedibile e nello stesso tempo non caotico. Ottima prova da studio, in cui di fatto tutti gli strumenti e le voci hanno la loro dimensione e la loro opportuna possibilità espressiva Per quanto mi riguarda ho dovuto ascoltare più volte l’album, non solo perché dura poco più di trenta minuti e quindi è velocemente “riascoltabile” ma anche per poter comprendere fino in fondo le scelte di “campo” della band. Negli ascolti fatti ho potuto apprezzare in modo maggiore brani quali: “Killing factories”, “Going nowhere” che è anche singolo e potete trovare una versione con Adi Bitran come ospite a fine album, “Fading away”, e “Owner of a milion souls”. Come spesso dico, ovviamente delle tracce indicate sono quelle che a me hanno dato una scossa, ma è pacifico che essendo una cosa empatica potreste avere delle scelte di altra natura. In conclusione la band fa un lavoro più che dignitoso, ma forse manca di un pizzico di pepe per poter andare oltre e dare una scossa con il loro sound. Di certo questo è un lavoro che va assimilato e che non è da “buona la prima”, ma comunque sono dell’idea che va sicuramente data una possibilità.

Voto: 7/10 

A.S.