LIVIDITY - Perverseverance

Metal Age
Contro il logorìo della vita moderna, non serve il famoso amaro col carciofo sull’ettichetta; servono i Lividity! La band dopo tre anni dal precedente full ecco qui una band che ha fatto della brutalità, del death più feroce e spietato, del gore e dello splatter una propria ragione di vita. Un disco che unisce eros e thanatos; basta vedere il titolo, che è un simpatico gioco di parole; perché ai nostri non manca di certo l’humor nero. L’opener “Kill then fuck” inizia con un sample e poi ecco un attacco diretto brutal death metal con blast beats e chitarroni. La sozzura death metal qui è servita come il growl gorgogliante e tanta fede nel più feroce e pesante dei sottogeneri estremi; rallentamenti pesantissimi, riffing malsani e tanta sana violenza senza compromessi. “The pussy horde” ha un titolo che è tutto un programma; partenza a razzo con chitarroni marcissimi e blast beats. La marcia rallenta divenendo pesante e possente con un muro di suono che è una bellezza; qui la tecnica esecutiva è asservita all’impatto e alla ferocia senza compromessi. “Whore destroyer” inizia con riffing death metal marcissimi in tremolo e tocchi di batteria; brano tellurico, pesante e marcio fino al midollo spinale. Riffing serrati, cambi di tempo, blast beats furiosi e un growl cavernoso che viene anche supportato da uno screaming in secondo piano, il brano prende anche una piega più lenta ma letale il doppio con un rallentamento elefantiaco. “Bitch cunt fuck” viene introdotto da un campionamento che la dice tutta sul tema trattato dalla band; brano velocissimo di poco più di un minuto scarso tra riffing serrati, blast beats e rallentamenti al cardiopalma. La titletrack è il brano più lungo del lotto; riffing dissonante replicato dal basso, rullate e un growl cavernoso lacerante. Brano veloce, di pura brutalità death metal; riffing che è marciume puro e un chorus che prende alla gola; anche qui il rallentamento non allenta la presa, ma rende ancora tutto più pesante con anche cambi di tempo in blast beat. Un disco che è un monumento feroce, senza compromessi al brutal death metal; un album cattivo, perverso e marcio, una vera bellezza. 

Voto: 8.5/10  

Matteo”Thrasher80”Mapelli