Nuclear Blast |
Ne è passata di acqua sotto i ponti per questi pazzerelli finnici; soprattutto alla luce del fatto che sono partiti con un nome, cambiandolo in corso d’opera, ma il viaggio, il desiderio e l’energia che ha smosso tutto, è ancora lì, viva e vegeta.
Perché i nostri, giunti al decimo album, sono diventati più maturi, ”grandi” per modo di dire, e questa crescita umana di esperienza è molto palpabile attraverso questa nuova fatica.
Guardate solamente la copertina di questo disco, cosa vi suggerisce? Spazi aperti, terre lontane e inesplorate; libere all’orizzonte fra campi, distese di grano e un cancello aperto, come per invitare all’avventura.
L’opener “Neito” ci porta con vigore e potenza, senza dimenticare l’anima folk che innerva i nostri nel disco e parte con velocità; grinta come al solito, perfetto brano di partenza.
Rifffing melodici, tiro quasi punk, fisarmoniche, flauti e un la voce del buon Jonne Jarvela scura e fiera con cori da bevute e festaioli.
“Harmaja” è uno dei brani cardine del nuovo lavoro, un brano intinto di malinconia; forse qualcuno rimarrà interdetto perché non è il “solito” brano dei finlandesi; brano lento, sostenuto da strumenti acustici, violino e una fisarmonica triste.
Grande la prova vocale del singer; voce calda, quasi da bluesmen, per poi aprire nel chorus a melodie aperte; brano che penetra nell’anima piano piano.
“Kallon malja” inizia potente, con un violino malinconico; tempi lenti e fisarmonica che regge il giro melodico, per poi scatenare un up tempo rock/folk oriented; il piano scandisce bene l’inciso e ti trascina dentro.
C’è un denso sapore malinconico all’interno; un brano che fa avanti e indietro tra avanzate più energiche coi riff di chitarra e parti più acustiche; stacchi doomy.
“Pellervoinen” è un brano strumentale, che sembra avere molte affinità con la musica di taglio celtico; sentitevi il giro melodico portato dal violino e ditemi se non vi suggerisce qualcosa.
Brano stupendo che vi porta fra danze, tavoli all’aperto, signorine da gonne ampie e sorrisi generosi e boccali di birra; riffing aperti e squisitezze folk una parola sola Korpiklaani.
“Tuttu on tie” è da brividi, veramente, anche qui la malinconia pervade il brano; introdotto da un violino dolente, chitarre acustiche, fisarmonica e banjo; per poi ecco arrivare i riff elettrificati a dare sostanza e fierezza.
Brano eccelso, Jarvela ha la voce perfetta da cantastorie, si sente l’anima e la passione che lo nutrono; un brano intenso, grande conclusione per questo lavoro.
Cosa poter dire di un disco che è l’ennesima prova che la band di Lahti non è il tipico combo folk/metal? Qui è un disco pervaso da anima melanconica emotiva, ma pure fierezza legato a passione folk; grazie ragazzi, bentornati.
Voto: 8.5/10
Matteo”Thrasher80”Mapelli