VEGA - Only Human

Frontiers
"Only Human" è la quinta "fatica" degli inglesi paladini del melodic rock Vega. La band ha autoprodotto il disco forte di una collaborazione col canadese Harry Hess (Harem Scarem) per il mixaggio e il mastering. Le dodici tracks di questo album possono vantare in primo luogo una maturità maggiore nel songwriting e alcune piacevoli riconferme, come l'ugola di Nick Workman. Partiamo dall’inizio: “Let’s Have Some Fun Tonight”.Un pezzo solo “carino” quale incipit di un prodotto che, paradossalmente penalizzato dalla memoria di ciò che era arrivato un paio di anni prima, soffre gioco forza del confronto costante ed inesorabile che può sussistere tra un capolavoro ed un buon cd.Magari pure “buonissimo”: già con la seconda canzone – “Worth Dying For” - in effetti, la navicella tenta di prendere quota, spostandosi dalla routine un po’ banalotta del primo episodio verso qualcosa che appartiene in maniera più consona alle corde dei fratelli Martin e del buon Nick Workman. Ma non è ancora quello che ci si aspetterebbe dai Vega. Quello arriva con il terzo brano “Last Man Standing”: ed è già di per se singolare il fatto che in un disco deiVega si debba scorrere al numero “3” per rintracciare una melodia davvero incisiva. Che, va detto, merita comunque applausi sperticati, per un ritornello che realmente si pianta in testa e costringe a canticchiare senza sosta: il pezzo AOR dell’estate? Una sorte che si riflette anche nelle successive “Come Back Again”, “All Over Now” e “Mess You Made”, tracce dotate di cori molto solidi a testimoniare di come “Only Human” stia progressivamente mollando gli ormeggi per volare verso i livelli conosciuti. Oltretutto, con i soliti arrangiamenti de-luxe, che giocano con gli anni ottanta per prendere al “cuore”, ma sfruttano tutto il potenziale odierno per garantire suoni precisi, profondi e puliti.Una progressione che si compie con la title track, stupendo esempio di AOR moderno e melodico che odora di primavera per poi, inaspettatamente scendere nella tensione di “Standing Still”, brano che fugge senza particolari sussulti, rivelandosi mero filler di contorno.Una scaletta che ottiene tuttavia pronto riscatto grazie a “Gravity”, un altro di quei pezzoni per merito dei quali Workman e la sua cricca di compari sono diventati il nostro gruppo preferito tra quelli della nuova generazione. Mica poco…Un piccolo universo arricchito di dodici stelle, che brillano nella longevità di un rock atmosferico e melodioso grazie alla lucente creatività dei Vega; perché la tradizione del Melodic Rock è una sorta di habitat naturale, dove energia e passione continuano ad innovare linfa a un genere che da sempre è sinonimo di ‘qualità di vita’. 

Voto: 9/10 

Bob Preda