PERFECT PLAN - All Rise

Frontiers
Nuova band fuori serie per Frontiers Music che, con i Perfect Plan, dà un valore aggiunto al suo team musicale ormai ben assortito. Il quintetto, come di consueto per le migliori produzioni degli ultimi anni, arriva dalla fredda Svezia, altra terra scandinava baciata dall’illuminazione che solo James Brown ebbe dal cielo. Scherzi a parte, il sound proposto rispecchia grandi tradizioni musicali AOR che hanno posato le pietre miliari del genere come Giant, Foreiner e Journey e riprese più di recente da Work of Art, Eclipse ed FM.In questo loro album di debutto dal titolo “All Rise”,giocano le loro carte migliori fin dall'opener "Bad City Woman", un frizzante brano di hard rock anthemico che sprizza energia e solarità, con un certo flavour pop che ne aumenta l'orecchiabilità, mentre la successiva "In And Out Of Love" (titolo preso in prestito dai Bon Jovi di 7800 Fahrenheit) riporta in auge certe atmosfere evocative tipiche dei migliori Europe, grazie al lavoro alle tastiere di Leif Ehlin che ricorda le classiche armonie di Mic Michaeli. Convincenti acrobazie tastieristiche replicate anche in "Stone Cold Lover", che mixa il lato hard rock degli Europe con quello più pop e atmosferico dei Journey: a dare un surplus ulteriore al brano è la prova al microfono di Hilli, talmente ispirato da raggiungere vette degne degli acuti di Steve Perry. Dopo l'exploit iniziale è comprensibile un certo rilassamento delle successive "Gone Too Far" e "What Goes Around" che purtroppo non riescono a proporre variazioni apprezzabili del tema, denotando un certo calo di ispirazione ed una momentanea perdita di incisività.Il disco riprende quota verso la fine, con due episodi orecchiabili in pieno stile AOR come "Can't Turn Back" e "Never Surrender", dove sembra di ascoltare un mix tra Journey, Survivor e Foreigner rivisti in chiave più moderna: notevoli anche le armonie disegnate dalla chitarra di Nordstrom, oltre che l'interpretazione vocale di Hilli. Si torna a suonare hard rock old-style con "1985", brano manifesto del disco: uno street hard rock che ci regala un viaggio nel tempo tra le piazze e le atmosfere folli e festaiole della Los Angeles di metà anni '80. Un brano che ci conquista con la sua semplicità ed una velata nostalgia e giustifica quasi da solo l'ascolto del disco. "Can't Turn Back" suona ancor più vintage, grazie agli inserti d'organo che rievocano le più classiche atmosfere settantiane, ben amalgamate a riff di chitarra dal suono molto più "moderno". I Perfect Plan ci salutano con "Heaven In Your Eyes" pezzo che non convince del tutto né come ballad né come pezzo rock: un limbo un po' troppo pop che stenta a decollare, nonostante gli sforzi di un Hilli davvero in stato di grazia. Nel complesso “All Rise” è un debutto decisamente riuscito, fresco e rispondente alle aspettative di chi si attendeva un album di AOR diretto e senza fronzoli.E ve lo dico anche perché ho avuto il piacere di averli seguiti dal vivo in occasione della quinta edizione del Frontiers Festival di quest’anno. 

Voto: 8,5/10 

Bob Preda