FARGO - Constellation

SPV
In Germania c'é un tale davvero ganzo. Si chiama Peter Knorn, e da molti anni è un manager musicale e produttore discografico di buona fama. Recentemente ha pubblicato la sua auto-biografia, in cui racconta le molteplici fasi musicali della sua vita. Compresa quella in cui, prima di fare ciò che fa oggi, era musicista. In effetti, andando un po' a scavare nel passato, scopriamo che il bassista Peter Knorn fondò nel 1973 una delle più popolari ed importanti Hard Rock bands del passato in Germania, i Fargo. Autori di ben 4 blasonati albums tra il 1979 e il 1982, tutti usciti per il colosso EMI, prima dello scioglimento, avvenuto sempre nel 1982. Pare che nei Fargo avesse militato per breve tempo negli anni '70 il chitarrista degli Scorpions Matthias Jabs, e che i nostri arrivarono all'epoca a suonare concerti assieme a grandi nomi internazionali come AC/DC e Small Faces, raggiungendo una grande popolarità in patria e fuori. La biografia, dove appunto Knorn parla largamente del periodo in cui suonava nei Fargo, "band storica del passato ma la cui leggenda è tutt'altro che dimenticata" soprattutto in patria, ha fatto nascere prepotentemente la domanda "e se non si fossero sciolti?". Risposta: scopriamolo assieme. E così, il nostro, assieme allo storico chitarrista/cantante Peter Ladwig e a due nuovi musicisti molto attivi nella scena tedesca come il chitarrista Arndt Schulz ed il batterista Nikolas Fritz, già dal 2016 riforma dal nulla i Fargo, i quali rincominciano così ad esibirsi dal vivo, prima di dare alle stampe, 36 anni dopo l'ultimo album, il presente "Constellation" su etichetta SPV/Steamhammer. Purtroppo non ho mai ascoltato i precedenti albums, ma anche così è una piacevole sorpresa trovarmi difronte ad un bel disco di "ortodosso" Hard Rock/Blues con copiose infusioni di Southern Rock un po' in stile ZZ Top. Influenze rintracciabili dalla pacata voce bluesy ed espressiva di Ladwig, e dal lavoro delle chitarre, meravigliosamente ricco di sfumature, che vanno da succosi giri di note blueseggianti elaborati nei riffs a parti di slide guitar molto azzeccate, nonché assoli pentatonici davvero "classici". Complice una produzione ben fatta ed una perizia strumentale decisamente più che buona, il disco, nonostante non sia poi tutta questa originalità ed innovazione, si lascia ascoltare piacevolmente. Insomma, valeva un po' la pena di chiedersi "Che fine hanno fatto i Fargo? E se non si fossero sciolti?". Una valida occasione di riscoperta per una band storica del passato, riattualizzata nel presente, con un'attitudine ed una verve musicale sempre sanguigna, diretta e straight-in-your-face, sempre presente nonostante gli anni passati musicalmente nell'oblio. Se là fuori esistono ancora fan (retrospettivi e non) dei Fargo, consiglio loro l'acquisto. Così come anche ai fans del miglior Hard Rock tedesco e del Blues/Rock in genere. 

Voto: 7/10 

Alessio Secondini Morelli