JAMES CHRISTIAN - Craving

Frontiers
A quasi 5 anni dalla sua ultima fatica solista ritorna l’amatissimo James Christian, singer degli House Of Lords. “Craving” si differenzia, non in maniera nettissima dal precedente “Lay It All On Me”, enfatizzando maggiormente il lato intimista e malinconico di James, puntando sulle emozioni che è in grado di trasmettere la sua splendida voce. L’accostamento alla band madre è un dazio che purtroppo Christian deve pagare fino in fondo (dopotutto è lui la voce) ma in questo album, grazie all’aiuto di personalità del calibro di Tommy Denander e Cliff Magness, si nota il tentativo di intraprendere un discorso parallelo senza concedere troppo al trademark House Of Lords. Già dalla prima track "Heaven Is A Place In Hell" si percepisce un'apertura melodica molto accantuata, sostanziosi cori dipingono il tutto facendoci assaporare quei maledetti, indimenticati e gloriosi anni 80.Cattura "Wild Boys" - che sarebbe perfetta come soundtrack per un sequel di "Top Gun" e "Jesus Wept" che rincara il trionfo di tastiere - e segnaliamo il nostro ormai immancabile Alessandro Del Vecchio sulla track n 4 "Jesus Wept" a fare magie coi tasti pesati. La struggente "I Won't Cry" vi raccomandiamo di ascoltarla con un bicchiere di whiskey invecchiato e un sigaro a portata per aumentare la sofferenza cinematografica con nuvole di fumo e sguardo annebbiato.Molto orecchiabile la title track "Craving" che sa quasi di pop-rock stropicciato e molto radiofonico (si sente un'eco di "Iris" - Goo Goo Dolls che fa subito hit) e "If There's A God" con quell'anima acustica che non guasta mai. Nella top three dei pezzi degni di nota si piazzano la ballad "World of Possibility" - bellissimo arrangiamento e un'aria di TOTO che rende tutto immediatamente speciale - e "Love Is The Answer" mentre meno d'impatto ma volutamente intimista è "Amen", a suggello di un viaggio di pace tra le colline di un panorama che se guardato troppo a lungo un pochino stanca.Menzione speciale per "Sidewinder" che al primo ascolto era passata quasi inosservata ma che cresce ogni volta che si preme play, merito di un riff accattivante seppur supportata da una sezione ritmica poco incisiva o forse lasciata volutamente in secondo piano?.Concludendo,posso tranquillamente dire che raving” è un album indubbiamente riuscito nel complesso, ma che manca di quel denominatore comune che spesso ci si aspetta da un’uscita di genere. Non è comunque detto che questo sia per forza un male, anzi. Chi ama l’interpretazione unica e la voce calda di James Christian avrà infatti l’opportunità di ascoltare il nostro alle prese con stili e registri diversi. 

Voto: 7,5/10 

Bob Preda