EPHYRA - The Day of Return

Volcano
Ritorno col botto per gli alfieri del death melodico nostrano, i comaschi Ephyra. Io me li ricordo bene, perché tennero in pugno lo stage in quel di Malpaga, sullo sfondo della bellissima rocca immersa nella bassa bergamasca. La band non si fece prendere dal timore di dover supportare le colonne Tyr, ma fece una show caldissimo e coinvolgente. L’opener e titletrack è compatta; melodeath con riffing potenti e il tessuto folk che innerva il sound dei nostri è presente con echi di arpa celtica nell’inciso che vede il dualismo vocale tra Nadia e Francesco, titolare delle growling vocals. Ottimo lavoro delle chitarre in sede solista, con solos melodici in armonizzazione. “Your sin” ha un tiro quasi power estremo, con sonorità orientali, merito anche degli strumenti presenti che danno un sapore di terre lontane. Il brano è potente e retto da riffing di chiara scuola nordica, i due singer si intendono alla perfezione e ho idea che il brano on stage farà furore. “Wayfarer” è veloce, con un gran lavoro in sede ritmica e la melodia dettata dalla tastiera; anche qui l’influenza heavy/power è presente ma declinata in senso estremo. C’è anche una gustosa nota celtica con melodie acustiche che vengono doppiate dalla voce di Nadia, prima della percussione della batteria. “Sublime visions” stupirà più di un ascoltatore, brano dalle influenze tibetane con o dell’estremo oriente che si fondono alla perfezione con questo brano strumentale dalle tinte epiche. Si viene trasportati in una terra lontana, il tessuto melodico dei riffs è epico al 100% e l’impatto coi cori da battaglia è sublime, per poi entrare la singer con dei vocalizzi nel crescendo di percussioni e strumenti etnici e acustici. Un disco eccelso, che ci fa vedere una band sicura, che sperimenta, ma che rispetta il proprio credo artistico, terza prova superata, bravi!” 

Voto: 8/10  

Matteo ”Thrasher80”Mapelli