Sharptone |
Sarebbe stupido e immotivato incanalare i californiani nel calderone metalcore.
Il perché è presto detto; la band capitanata da Brendan Schieppati è una spanna sopra rispetto a molti gruppi facenti parte della categoria.
Questo disco ne è la dimostrazione; un disco che è un coacervo di rabbia, aggressività e melodia.
Non fatevi fuorviare dall’ opener ”Darkness, a feeling i know”,brano quasi dark wave, con organo ,la voce del nostro sofferta e pulita, quasi in un’invocazione dolorosa che sfocia in un growl.
“Fade in to ash” apre le danze con blast beats estremi, chitarroni armonizzati e un’influenza swedish convinta e potente.
Difatti il singer da una prova maiuscola dosando growl e screaming e toni puliti ma mai cercandoli apposta; il brano dosa assalto e malinconia; grande apertura melodica ma rispettando l’impatto.
“Cold world” è una pallottola death metal veloce, potente e diretta; non ci sono mezze misure, qui si picchia duro.
Riffing compressi, batteria che mixa abilmente velocità, cambi di tempo ,blast beats e tastiere a dare un vago sapore black metal dissonante; anche qui l’apertura melodica è sofferta e urlata dolorosamente dal buon Schieppati.
“Buried” è anche questa un pugno levato, con un profumo svedese; il tono è sostenuto, riffs compressi che inseguono le giravolte della sezione ritmica, mentre il singer devasta con un growl convinto e letale.
Un brano che è un pieno di rabbia, stile e tanta materia metal e con integrità.
“Slave” è percussiva, retta da riffs pesantissimi; mid tempo violentissimo e minaccioso che deflagra in velocità; le tastiere danno un tocco blacky, si sente in un’influenza symphonic black metal nel tessuto ed è gustosa.
Un disco stupendo, privo di punti deboli e deflagra come una bomba sull’ascoltatore, un grande lavoro che dovrebbe essere preso come esempio da molti presunti divetti metallici tutta fuffa ma zero grinta della scena “core”
Voto: 8.5/10
Matteo ”Thrasher80”Mapelli