DOKKEN - Return To The East Live

Frontiers
Ve lo ricordate "Beast From The East", mitico live album degli epocali Dokken, inciso durante la tournée in Sol Levante di fine anni '80? In quel periodo il Metal occidentale in Giappone era al massimo della popolarità. Ricordo che quando uscì questo vinile, vidi tutti i negozi di dischi che conoscevo zeppi di copie di "Beast..." con raffigurato in copertina questa spaventosa immagine di tatuaggio Yakuza da schiena integrale. Ripetuta dappertutto, anche in poster! Oggi considero questo live l'ultimo baluardo di gran successo discografico dell'Hair Metal (ed in genere dell'Heavy Metal) degli anni '80 nonché indiscusso apice di carriera dei nostri. Dopodiché... accadde il rapido declino. Dei Dokken innanzitutto, che si sciolsero minati da contrasti interni e si spezzettarono nei vari progetti solisti degli ex-membri. E poi anche del mondo del Mainstream Metal, insidiato dal Seattle Sound e dal Nu-Metal/Metalcore più rumoroso e rappeggiante per tutti i '90s. Che epoca di cambiamento che fu... beh, è inutile lasciarsi andare a ricordi tristi. Pensiamo al presente. Che in ogni caso, glorifica il passato (o la Storia, secondo i punti di vista). Trent'anni dopo, parte l'operazione revival, molto particolare. I Dokken con la stessa gloriosa formazione di allora (i nomi sono stampati sotto al logo sul front-cover: Dokken/Lynch/Brown/Pilson), dopo esser tornati trionfanti da una gloriosa tournée giapponese tenutasi nel 2016, coadiuvati dalla sempre mitica Frontiers Records (oggi uno degli ultimi solidi bastioni del Melodic Metal), attendono appunto il 2018 per dare alle stampe un live tratto da quelle date giapponesi del 2016 e con un titolo che vuol essere appunto la commemorazione trentennale di quell'epico live album... arrivando tra l'altro addirittura a ritoccare il già all'epoca inquietante front-cover "Yakuza" originale.

La scaletta è praticamente identica a quella di allora (cambia solo l'ordine dei brani), ed è zeppa dei classici che noi tutti conosciamo e con cui tutti bene o male siamo cresciuti (ah che feeling "Dream Warriors" dalla colonna sonora del terzo "Nightmare On Elm Street"). La Frontiers pubblica tutto in cofanetto CD+DVD: il disco audio contiene, oltre al live, una discreta studio-track inedita, "It's Another Day", sistemata in testa alla scaletta e subito spinta come singolo e come videoclip. In coda al disco sono presenti invece le versioni acustiche in studio di due classiconi dei Dokken come "Heaven Sent" e "Will The Sun Rise". Il DVD invece contiene le stesse tracce live del CD (ma con un ordine ancora differente rispetto ad esso) e dei filmati "behind the scenes" come materiale bonus. Cosa dire? Di acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta. E forse Don Dokken ha un'estensione vocale un po'... differente da 30 anni fa (oggi comunque ben coadiuvato da Pilson e Brown per i cori dei refrain più impegnativi ed acuti), ma conserva sempre una certa classe vocale. Che nessuno potrà mai togliergli. Il resto della band se la cava con la dovuta energia e buona tecnica, soprattutto George Lynch con la sua consueta strabordante verve chitarristica. E la resa sonora del live è pressoché perfetta. Due parole da spendere sull'operazione "trentennio" e sull'impatto che potrebbe avere sul pubblico di differenti età: sicuramente, chi ha amato il live originale potrebbe rimanere spiazzato dal cambiamento di timbro dell'ugola di Don, e dalla mancanza di acidi acuti che invece erano presenti abbondantemente nel live album originale del 1988... lì non posso farci proprio nulla. Se ti piace OK, altrimenti, tieniti solo il live originale. Chi invece all'epoca non c'era ancora, ed è interessato a certe sonorità, sappia che questo live-album/live-video ha una resa sonora che reputo molto migliore rispetto alla pur ottima vecchia versione (ma si tratta di differenti tecniche di registrazione e di trattamento della traccia audio, ovvio), e che sarà comunque soddisfatto dalla grande classe accresciuta dall'età anagrafica dei componenti. Questa è una sensazione particolare che ebbi modo di provare quando vidi/ascoltai "Live At Radio City Music Hall" rispetto ai primi live albums dei Black Sabbath, e che ritrovo anche qui. Inoltre, bisogna sempre ricordare ciò che questo live album celebra e commemora. Ancor più che trent'anni fa. Non semplicemente un anniversario, bensì la summa di tutto ciò che era il tipico songwriting di una metal song (e soprattutto di una U.S. Metal song) negli anni '80 del ventesimo secolo. Volenti o nolenti, i Dokken sono stati gran parte di tutto questo, e quindi pesantemente influenti sulle generazioni future. Anch'io, che con il mio personale progetto musicale navigo sulle stesse acque stilistiche di Dokken e bands similari (e che ho Desmond Child come santino), posso parlare per esperienza personale se dico che i Dokken sono "top di serie". E come sempre, meritano di esser tenuti in considerazione. 

Voto: 8/10 

Alessio Secondini Morelli