VOODOO CIRCLE - Raised On Rock

AFM
Cos'abbiamo qui? Oh, ecco il quinto album dei Voodoo Circle, fresco fresco di stampa. Trattasi del Side-Project del chitarrista dei Primal Fear Alex Beyrodt, che ci propina un'altra bella manciata di grandi canzoni Hard & Heavy, con la dovuta dose di energia e classe, così come la miglior tradizione ottantiana ci comanda. Ma giuro, senza apparire anacronistici. Tutt'altro. Il disco è una primizia rara. Valorizzato com'é da una produzione perfetta, garantita dal loro bassista Mat Sinner (WOW!!!), il disco presenta "dei suoni da paura" (prima o poi volevo usare questa espressione, ecco l'occasione). Pare sia davvero tornata l'epoca migliore degli Whitesnake. Nel contesto Hard & Heavy in cui si muove il quartetto, l'apparato compositivo è di primissima scelta e ben amalgamato. Si va da una rovente e Heavy "Running Away From Love" che apre le danze alle più blueseggianti "Higher Love" (dove è presente un ottimo uso della "talking box") e "Walk On The Line". Il nuovo cantante Herbie Langhans (che subentra al precedente David Readman, storico singer dei Pink Cream 69) è molto "coverdaliano", e debbo dire che la sua abilità al microfono è davvero coinvolgente. Ma tutta la band va alla grande. Anche in tracce più classicamente Rock come "You Promised Me Heaven" si respira aria di celebrazione della parte più sanguigna, più blues e verace del Rock/Metal. Segue "Just Take My Heart", Rock Song melodica ricca di arrangiamenti tastieristici e corali, in cui la parte del leone la fa ancora una volta l'espressivo Langhans, qui sugli scudi. I nostri dimostrano in effetti di caratterizzare le composizioni con dei refrains davvero da manuale. E questo fa tanto bene al cuore. E siamo arrivati alla ballad di ordinanza: "Where Is The World We Love", che con le sue ottime soluzioni corali emoziona e tocca davvero il cuore dell'ascoltatore. Da rimarcare ancora una volta la maestria nelle parti vocali e dei refrain: un lavoro certosino che ha dato i suoi risultati. Quanto è potente è perfetta poi "Ultimate Sin" con il suo bel riffone Metallico ben calibrato, che si associa bene alla consueta ottima performance vocale.

Una traccia senza fronzoli ma tanto, tanto accattivante. Con "Chase Me Away" si torna in territorio ballad. Forse questa traccia è un po' malata di prolissità, ma risulta caratterizzata da parti di organo Hammond che le rendono un'atmosfera blueseggiante e sanguigna, assieme alle ottime chitarre di Beyrodt, melodiche, pulite e ricche di feeling. Classe pura. Si parte poi con il Rock & Roll quasi purpleiano di "Unknown Stranger", forse un po' manieristico, ma niente male dopotutto (anche qui è presente un bell'Hammond che si produce in un assolo relativamente breve quanto intenso). "Dream Chaser" è un capolavoro: una traccia dalle reminiscenze Deep Purple molto marcate, cadenzata di ritmo, dove Beyrodt ci mostra tutto il suo amore per i torbidi giri blues che divennero i primi riffs Hard Rock, nonché per la classica effettistica analogica sulla sei corde, che il nostro ci sciorina fin dai primissimi momenti della traccia in questione. Siamo nella Storia della Musica, qui. "Love Is An Ocean" è invece una bella Blues/Rock song inizialmente basata su piano e chitarra acustica, salvo accendersi di elettricità dopo il secondo refrain. Ed anche qui è presente un "Rock Organ" strepitoso. Bella davvero. "Time For The Innocent" appare leggermente più debole rispetto alla media, ma solo in comparazione con il resto del disco, poiché le sue trame armoniche chitarra/tastiera molto arabeggianti ci rimandano ancora una volta ai migliori Purple. Diciamo che è solo un po' prolissa, tutto qui. La conclusiva "There's No More To See" è un ottimo finale Hard Rock per un disco promosso alla grandissima. Ripeto: con l'aiuto di una produzione lontana dall'essere anacronistica, quest'album da solo riesce a rivitalizzare di colpo le quotazioni dell'Hard & Heavy di stile Whitesnake et similia nell'anno in corso. Per questo ne consiglio l'acquisto senza riserve. Direi anzi che il nuovo Voodoo Circle si candida indubbiamente come una delle migliori uscite in ambito Hard Rock di questo 2018. Ricordiamoci inoltre che, da circa 3 anni, suona nella band l'italianissimo Francesco Jovino (noto anche per le sue recenti militanze con Primal Fear e Sinner), un batterista preparatissimo che fa faville per tutto il disco, senza mai una caduta di tono. Pizza Rules on Heavy! 

Voto: 9/10 

Alessio Secondini Morelli