ADAM NERGAL DARSKI - Confessioni di un eretico (Tra Sacro e Profano nei Behemoth e Oltre)

Tsunami
Ci sono artisti che diventano personaggi, addirittura icone, semplicemente esprimendo se stessi, ad ogni costo, sul palco o dietro la scena. Senza calcolarne prima le mosse, lasciando scorrere con naturalezza, nel bene e nel male, gli accadimenti professionali e della vita privata senza mai rinunciare ad imprimere il marchio di una personalità marcata al di sopra della media. Di esempi ne potremmo citare diversi ma ci basti sapere che Nergal rientra appieno nei sopracitati canoni, tanto da trasformare il suo status di artista di culto della scena black’n’death, con i suoi Behemoth, nel prestigioso appeal dell’essere uno dei musicisti più famosi della sua natia Polonia, nonché dell’intera scena musicale europea (di questi giorni la svolta electro-folk col side project Me And That Man). Il libro di cui parliamo non è in realtà un’autobiografia ma un lavoro a più mani, dalla gestazione complessa, che vede la sua matrice in una serie di interviste a cuore aperto, cui il Nostro si è sottoposto, a cura di due collaboratori orbitanti attorno al mondo Behemoth per una prima edizione in polacco. Successivamente è stato necessario un lavoro di trasposizione (non di semplice traduzione…) effettuato da Mark Eglinton, celebre ghost writer, per un edizione in lingua inglese che rispettasse minuziosamente i concetti molto forti ed estremamente intimi espressi dal protagonista.

Ed allora non solo il racconto di una vita in musica, ma anche una serie di discussioni a ruota libera sulla religione, sul suo essere satanista, sulle sue idee politiche e sul rapporto con l’altro sesso, senza glissare argomenti scottanti, senza censure e perfino riuscendo a toccare la sensibilità di ognuno di noi quando si racconta della sua malattia, la leucemia, di come abbia sentito vicino il contatto con con la fine della vita terrena e di come sia riuscito a superare un periodo così travagliato con una buona dose di positività. Un libro dai contenuti abbastanza forti insomma, dove la scelta di riprodurre gli scritti nella modalità in cui sono nati (sotto forma di interviste a tema su singoli argomenti) potrebbe si disorientare i lettori ma, se ci pensate, è anche l’unicum che ci permette di apprezzare il personaggio mantenendo inalterato il pathos della narrazione. Impeccabile la traduzione di Stefania Renzetti e la cura tipografica dell’edizione italiana, con un notevole inserto fotografico a colori, ancora una volta gradito regalo ai lettori da parte di Tsunami Edizioni. 

Salvatore Mazzarella